“Prima gli italiani” anche quando si parla di turismo? E in quel caso, quali sarebbero le ricadute per una città come Viterbo, se gli stranieri (giapponesi, cinesi, francesi, tedeschi, americani, russi), in base a qualche assurda legge, avessero il diritto di accedere a musei e monumenti solo in seconda battuta rispetto al turismo interno?
E’ solo una provocazione, è evidente, ma se il motto tanto amato dai leghisti trovasse applicazione in tutti i settori, non solo quando si parla di case popolari, come avvenuto di recente anche nel capoluogo della Tuscia, cosa accadrebbe? I leghisti griderebbero ancora: “Prima gli italiani”? Nel caso del turismo sarebbe un disastro, è evidente, visto che stiamo parlando di una delle principali fonti di reddito nazionale e locale. E che di solito i turisti stranieri sono quelli che più spendono durante le loro vacanze.
Uno scenario impensabile, ma neanche tanto lontano, come dimostra la storia di una turista olandese preoccupata che il colore della sua pelle potesse crearle qualche problema durante il suo soggiorno nel Bel Paese. La vicenda è stata raccontata da La Repubblica. Ve la riproponiamo, perché fa riflettere sugli effetti distorti che creano certi messaggi.
“Sono di colore, è un problema?” La domanda è arrivata ieri sera al gestore di una guest house di Lipari, Luigi Torretta: una donna olandese, in arrivo alle Eolie con i due figli nei prossimi giorni, si è informata per prenotare una stanza mettendo le mani avanti sul colore della sua pelle dopo l’avanzata neofascista e anti-immigrazione in Italia. “Ho una piccola domanda – scrive la donna nel messaggio ricevuto dalla guest house ‘Mama mia’ – parlando con i miei colleghi, uno di loro mi ha detto che devo preoccuparmi di possibili problemi legati al colore a causa dei recenti sentimenti di destra in Italia”.
Una percezione dell’intolleranza nel Belpaese che la donna – che nel messaggio specifica comunque di “non essere preoccupata” per le voci sull’Italia raccolte in Olanda – collega alle “persone che arrivano con i barconi”. Alla donna è ovviamente arrivato un messaggio rassicurante dal gestore della guest house: “È una vergogna – dice Torretta – che l’immagine dell’Italia debba essere sporcata dalle posizioni intolleranti di alcuni politici. Per una persona che ha il garbo di chiederlo, chissà quanti altri rinunciano al viaggio per paura di essere discriminati”.