“E’ stato un gesto d’impeto”. Lo hanno detto gli avvocati del giovane fermato per l’omicidio di Norveo Fedeli al termine dell’interrogatorio al quale è stato sottoposto davanti al gip il 22enne di origini koreane. “Il movente non è la rapina. Non ha giustificato l’aggressione, ma l’ha descritta”, hanno aggiunto i legali.
Michael Aaron Pang è stato ascoltato per quasi cinque ore ieri: il giovane ha confessato il delitto del commerciante nel negozio di via San Luca, chiedendo perdono alla famiglia della vittima e alla città di Viterbo. Ad assisterlo c’erano gli avvocati Remigio Sicilia e Lilia Ladi. Fedeli sarebbe stato ucciso a colpi di sgabello sulla testa.
Come già emerso nei giorni scorsi, Pang ha confermato di essere stato tre volte in tutto nel negozio di Fedeli: il 30 aprile, il giorno prima dell’aggressione e venerdì, quando è stato consumato il delitto. Ancora non si conosce la scintilla che avrebbe scatenato la furia del ragazzo, Ma durante l’interrogatorio il giovane avrebbe fatto riferimento a un episodio specifico. Dichiarazioni sulle quali si cercano riscontri. I suoi difensori starebbero puntando nelle prossime ore a sentire un paio di testimoni.
Al momento si sa che Fedeli era rimasto in qualche modo colpito da quel ragazzo Ne aveva parlato a casa. Forse era insospettito da qualcosa o da qualche suo atteggiamento. E per questo lo aveva fotografato di nascosto. Pang aveva provato a comprare presso il negozio di Fedeli della merce per un conto di 670 euro, ma al momento di pagare la transazione non era andata a buon fine, perché il conto collegato alla carta ricaricabile in suo possesso non aveva sufficiente credito.
A quanto pare, però, non sarebbe stato questa la causa dell’aggressione. Durante l’interrogatorio lo statunitense ha detto che “Fedeli era stato sempre gentile con lui”.
Il gip ha tempo fino alle 13 per sciogliere la riserva sulla convalida e sulla richiesta di custodia cautelare in carcere.