Dal 25 gennaio al 3 maggio. Dall’arresto di 13 persone per associazione a delinquere di stampo mafioso fino all’omicidio in pieno giorno di Norveo Fedeli.
Tre mesi. In tutto questo tempo il Comune di Viterbo non ha messo in atto nessuna azione, nessun progetto, nessuna campagna contro la criminalità, la violenza o il racket. Il nulla assoluto. Non se ne parla neanche. E allora come oggi il rischio è che la vicenda si chiuda con un corteo. Tante promesse, zero fatti. Con l’estate alle porte sembra un copione già scritto.
Non stiamo affermando che altrimenti l’omicidio di Fedeli non sarebbe avvenuto, ma semplicemente che è disarmante vedere una città lasciata allo sbando mentre i suoi amministratori pensano solo alle loro beghe interne.
L’argomento è stato addirittura cassato durante il dibattito per l’approvazione del bilancio. In quella sede il Pd propose l’istituzione di una campagna di sensibilizzazione nelle scuole e la creazione di uno sportello per stare vicino ai negozianti del capoluogo. Bastavano pochi soldi. Proposta bocciata: “Ma questo non significa – risposero tronfi dalla maggioranza – che chi vota no a questa iniziative sia a favore della mafia e chi vota sì invece sia contro. Non si danno patenti di legalità su un emendamento”. Non sarà così, ma il messaggio che è passato in quella circostanza è stato comunque pessimo. Argomento chiuso con la promessa da parte del centrodestra di riaffrontare l’argomento in un’altra occasione. Quando? Come? Chi lo sa. Un giorno, forse, dopo Santa Rosa. As always.
Invece di affrontare i veri problemi della città in questi tre mesi la maggioranza è stata presa solo e esclusivamente da liti: cambi di casacca, deleghe scambiate manco fossero figurine, crisi interne e mal di pancia. E per fare questo si sono pure premiati, visto come sono schizzati in alto i costi per gli stipendi di sindaco e assessori rispetto a quelli della precedente amministrazione.