Ci voleva il prefetto, Giovanni Bruno, a richiamare la destra (tranne la Lega) e la sinistra del Pd al rispetto delle regole democratiche. L’argomento di cui si parla è Talete, rimasta senza un consiglio di amministrazione nel pieno delle proprie funzioni dopo le dimissioni del presidente Salvatore Parlato. Era ed è a quanto pare intenzione del vicepresidente facente funzioni, Giuseppe Fraticelli di Forza Italia, sorretto anche dagli ex Ds del Pd, procedere all’elezione di un nuovo organismo prima delle elezioni comunali. L’assemblea dei sindaci è stata infatti convocata per il 16 e 17 maggio. Nove giorni prima delle elezioni in 27 Comuni, il che significa nominare un cda non rappresentativo dei cambiamenti che saranno sanciti dal voto. Da qui l’intervento del prefetto che consiglia di attendere qualche giorno in più.
Non si si tratta di una cosa di poco conto. E’ infatti evidente a tutti che l’elezione del cda senza attendere l’elezione dei nuovi sindaci sarebbe una sorta di colpo di mano non rispettoso della volontà degli elettori. Non si può banalizzare il rinnovo del cda di Talete. Sarebbe un oltraggio alla democrazia, che non può passare sotto silenzio. Un oltraggio ancor più grave se compiuto da chi come in questo caso è chiamato a gestire il principale bene pubblico patrimonio di ognuno di noi: l’acqua.
Dietro a questa vicenda si confrontano due differenti visioni della politica: da una parte chi la ritiene strumento per il raggiungimento del bene comune, dall’altra (coloro che vogliono andare a votare subito) che la considera invece un trampolino per la gestione del potere. Nel momento in cui si ritiene normale rinnovare una società pubblica di proprietà dei cittadini solo con un terzo delle quote presenti in assemblea, di cui il 25% rappresentato da sindaci che dopo nove giorni non ci saranno più, si commenta da sola la protervia del potere. Un potere che pensa solo alla gestione delle poltrone senza preoccuparsi di dare voce alla volontà dei cittadini.
Attenzione: non parliamo di cavilli burocratici fini a se stessi. Il punto è che se la democrazia viene piegata così, stravolta da mere logiche di potere, c’è da preoccuparsi. Se il prefetto deve richiamare i sindaci al rispetto delle regole democratiche è evidente che c’è qualcosa che non va. Se una parte della sinistra e della destra si mettono insieme per realizzare tutto ciò dobbiamo chiederci perché lo fanno. Dobbiamo interrogarci sul tipo di esempio che danno ai nostri giovani. Non ci si rende conto che se la democrazia la si raggira una volta, contro ogni logica di buon senso e decenza e solo per il nostro interesse, chiunque in seguito potrà fare la stessa cosa?
I cittadini si accorgerebbero dei danni di questa scelta quando, come in passato, dovranno mettere le mani in tasca e pagare con l’aumento delle bollette l’altrui gioco di potere. Scegliere il nuovo cda di Talete pochi giorni prima delle elezioni non è un problema di legittimità formale, qui ci sono in ballo la sostanza, ovvero il rispetto dei cittadini che sceglieranno i loro sindaci. Spetta a loro, a questi nuovi sindaci, eleggere il nuovo cda. E’ a loro che vanno spiegati il piano industriale e le prospettive della società. Sono loro che devono dire sì o no. Gli ultimi due aumenti delle tariffe dell’acqua sono stati fatti, così s’è detto, perché necessari per ottenere un finanziamento di 35 milioni di euro, ma dove sta questo finanziamento? E questa fretta adesso a che serve?
Rispettiamo i cittadini: qualche giorno in più non cambia nulla, si evita solo un’opacità di cui non hanno bisogno la democrazia e i cittadini della Tuscia.