Se un cittadino si informasse su quanto avviene a Viterbo esclusivamente attraverso il profilo Facebook del sindaco, penserebbe di vivere nel paese delle meraviglie: pienone di turisti che affollano le vie del centro per San Pellegrino in Fiore, gli immancabili languidi tramonti e Arena che come un supereroe, a favore di macchina fotografica, fa smantellare una discarica abusiva di amianto. Sul presunto stupro in pieno centro ai danni di una donna di 36 anni da parte di due militanti di CasaPound, neanche due righe.
Il profilo Facebook del sindaco non è un quotidiano on line. Ma lascia perplessi il fatto che, mentre mezza Italia – ovviamente sui social – parla di Viterbo, il primo cittadino non senta l’esigenza di far conoscer a tutti, nel modo più veloce ed efficace, la posizione del Comune rispetto a questi fatti.
Ma forse è meglio così. Perché se corrispondessero al vero le dichiarazioni attribuite ad Arena da quotidiani nazionali come il Corriere della Sera, ci sarebbe da preoccuparsi: “Mi pare azzardato collegare le attività di CasaPound a un fatto criminoso e vigliacco. E’ bullismo che non c’entra niente con l’ideologia”, così il virgolettato del sindaco in un articolo che ripercorre la scia di violenza seminata in questi anni da componenti del partito della tartaruga in provincia di Viterbo. Dichiarazioni, come nota tra le righe lo stesso corriere, che appaiono distanti da quelle dei comunicati ufficiali dove si parla di “brutale violenza”.
Arena, sempre se queste dichiarazioni corrispondano al vero, non è nuovo a scivoloni simili. Come quando, dopo l’arresto di 13 persone per associazione a delinquere di stampo mafioso, gli scappò detto che a Viterbo la mafia non esiste, ma si tratterebbe solo di delinquentelli. Salvo poi correre a rettificare.
Una definizione, quella di bullismo, che stride invece con la rappresentazione degli stessi episodi fornita dal sindaco di Vallerano, paese originario dei due presunti stupratori. Adelio Gregori parla di aggressioni, di processi, di condanne, di attività di proselitismo, di segnali che nel tempo sono stati sottovalutati. “No, non sono ragazzate”, termina il sindaco del paese dei Cimini in una videointervista. E uno sguardo che dice più di mille parole.