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Home » Italia » Ma il peggio non è Matteo

Ma il peggio non è Matteo

26 Aprile 2019

Dopotutto, la Lega è ciò che è sempre stata. Era un partito di destra anche quando, nel tardo Novecento, coniugò la questione settentrionale in modo localistico e conservatore.

Da ildomaniditalia riprendiamo un articolo già pubblicato sul sito Internet www.ragionepolitica.it

Eppure io faccio una differenza. Credo che una differenza tra Lega e M5s ci sia eccome. Credo che sia il M5s l’anima nera del governo, il pericolo imminente per la democrazia in Italia, il fenomeno che sta avvelenando il Paese.

Dopotutto, la Lega è ciò che è sempre stata. Era un partito di destra anche quando, nel tardo Novecento, coniugò la questione settentrionale in modo localistico e conservatore. Anche quando trascinò il tema strategico del decentramento nella palude di un secessionismo naïf. Ed è destra oggi che si rivernicia di nazionalismo antieuropeista, isolazionismo, xenofobia. Oggi che cerca consensi tra i vecchi a scapito dei giovani (quota 100) e promette un fisco non progressivo (flat tax). Liberali, popolari, socialisti dovranno provarci, a sconfiggere questa destra. Dovrà provarci un’opinione pubblica progressista, europeista, occidentale. Ma i termini della battaglia politica sono chiari.

Altra cosa, assai più insidiosa, è il M5s. Altra cosa perchè rompe le regole del gioco costituzionale e democratico. Perchè vagheggia la sostituzione della democrazia rappresentativa con la democrazia diretta, affida la costruzione della volontà popolare a una piattaforma telematica privata, prepara lo stravolgimento dell’istituto referendario, chiede l’aggravio sistematico delle pene come unica forma di governance, uccide le garanzie processuali. Perchè pratica la menzogna come oppio dei popoli. La Tav? Non esiste. La povertà? L’abbiamo abolita. Le banche? Associazioni a delinquere. Nati dal malessere epocale degli italiani, i Cinquestelle hanno fatto il pieno di consensi grazie al fascino sempiterno dei tagliagole, hanno eccitato il peggio del paese, gli strati plebei, il Sud assistenzialista, i frustrati dal progresso, gli odiatori della Rete. E ora, giunti al potere, cercano di sostituire allo stato di diritto lo Stato Orwelliano del Terzo Millennio.

Sí, sono i più pericolosi. Pericolosi anzitutto per la stabilità della democrazia liberale. Ma pericolosi per una sinistra snervata che, sognando un qualche patto di governo, sembra non capire come la spinta anti-istituzionale dei Cinquestelle ne farebbe un sol boccone. E pericolosi infine per la stessa destra di Salvini, che dal sovversivismo del M5s rischia di vedere compromesse le proprie radici rappresentative. Una minaccia sistemica che, più degli italiani, sembrano aver capito gli europei, i quali, da Farage ai gilet gialli, uno dopo l’altro, hanno rifiutato le avances di Luigi Di Maio. Condividi

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