Il vice premier Salvini aveva promesso che nel primo Consiglio dei ministri avrebbe tagliato le accise sulla benzina. Argomento di facile consenso durante la campagna elettorale. Ora però che è al governo da un anno e dopo 56 riunioni del Consiglio dei ministri non c’è stato ancora nessun taglio e, anzi, in queste ore si registrano nuovi aumenti sul carburante.
Sulle autostrade, alla vigilia del ponte del 25 aprile, i prezzi sono arrivati anche a superare i 2 euro al litro per la benzina.
In base all’elaborazione dei dati comunicati dai gestori, il prezzo medio nazionale praticato in modalità self della benzina è pari a 1,618 euro al litro, con i diversi marchi che vanno da 1,618 a 1,633 euro al litro (no-logo a 1,598). Il prezzo medio praticato del diesel è a 1,508 euro al litro, con le compagnie che passano da 1,509 a 1,518 euro al litro (no-logo a 1,486). Quanto al servito, per la verde il prezzo medio praticato è di 1,750 euro al litro, con gli impianti colorati che vanno da 1,721 a 1,820 euro al litro (no-logo a 1,643), mentre per il diesel la media è a 1,643 euro al litro, con i punti vendita delle compagnie tra 1,628 a 1,725 euro al litro (no-logo a 1,531). Il gpl, infine, va da 0,637 a 0,663 euro al litro (no-logo a 0,632).
“Prosegue la corsa dei carburanti – sostiene il Codacons – con le compagnie petrolifere che nelle ultime ore hanno ritoccato al rialzo i listini di benzina e gasolio alla pompa, aggravando la spesa per i rifornimenti a carico di chi si sposterà in auto nei prossimi giorni”.
“Un pieno di gasolio costa oggi circa 5,5 euro in più rispetto ad aprile 2018 (+4 euro la benzina) e il rincaro alla pompa raggiunge quota +7% su base annua”, spiega il Codacons, sottolineando che si tratta di “aumenti che rendono sempre più salati i ponti degli italiani del 25 aprile e dell’1 maggio, e che rischiano di determinare speculazioni legate alle vacanze delle famiglie e al maggiore consumo di carburante nelle prossime ore”.