Cavi penzolanti, tubi a vista, e chi più ne ha più ne metta. Deturpano la parte più antica della città, ma resteranno al loro posto.
Tra i tanti emendamenti presentati nei giorni scorsi in Consiglio comunale, ce ne è uno che ha sollevato il problema ancora irrisolto degli elementi, come i fili elettrici, che deturpano le facciate del centro storico di Viterbo (incluso San Martino, Bagnaia e Roccalvecce).
Fabrizio Purchiaroni, l’autore, proponeva di elargire contributi a fondo perduto ai privati che, rifacendo la facciata della propria abitazione, si fossero assunti l’impegno di interrare o comunque nascondere definitivamente tubi e fili. Cavi, in alcuni casi, che non servono più a niente, ma non si sa perché stanno ancora lì in bella mostra.
Nel suo intervento Purchiaroni ha ricordato come, nonostante i regolamenti che già disciplinano la materia, la situazione è sempre la stessa da anni, anche per la burocrazia e i costi con i quali si devono confrontare i residenti del centro storico per questo genere di lavori. E ha chiesto di stanziare 60mila euro.
L’emendamento ha trovato anche il consenso della minoranza. Già durante la precedente amministrazione erano stati stanziati dei fondi, oltre 100mila euro, sempre a fondo perduto, per sistemare le facciate.
Alla fine però la proposta di Purchiaroni è stata bocciata: fili e cavi penzolanti resteranno al loro posto. Un’occasione persa.