Pronti, via. E in apertura di Consiglio comunale la maggioranza va subito sotto. Niente di particolarmente grave, ma un campanello di allarme per il sindaco Arena. La conferma che il collante che tiene unito il centrodestra e, tra loro, i membri dei partiti che lo compongono, è sempre più debole.
E’ quanto successo ieri mattina, quando all’improvviso, in apertura del dibattito sul bilancio, sono saltati gli ordini di scuderia. Diktat che servono per non far saltare la coalizione di governo, ma verso i quali cresce l’insofferenza dei consiglieri semplici.
Il casus belli si è presentato sul voto con il quale si doveva decidere se l’ex forzista Fabrizio Purchiaroni, ora “indipendente”, potesse o meno presentare i suoi emendamenti. Una facoltà che, a leggere codici e regolamenti, gli sarebbe stata preclusa per il fatto di non aver partecipato alle precedenti riunioni della capigruppo.
Tra i contrari Giulio Marini, che evidentemente deve avere dei conti ancora aperti con il vecchio compagno di partito. Mentre la minoranza si dichiarava favorevole.
Tecnicismi a parte, si è andati alla dichiarazione di voto, che a sorpresa si è conclusa sette a tre a favore dell’opposizione. Astenuti tutti gli altri consiglieri presenti in aula. Nel centrodestra a uscirne a pezzi è stata soprattutto Forza Italia: con Marini e Achilli da una parte (insieme a loro ha votato no Buzzi di FdI) e dall’altra Isabella Lotti e Paola Bugiotti.
La minoranza ha esultato. Purchiaroni ha letto i suoi 4 emendamenti. Riguardavano il decoro pubblico. Sono stati tutti respinti. Ma vuoi mettere la soddisfazione.