Nocciole, è scontro totale tra sindaci. Ma non solo. Al centro della polemica ci finiscono anche le parole pronunciate alcuni giorni fa dal vescovo Fumagalli su corilicoltura e danni all’ambiente, nel corso di un convegno alla Trinità.
“Basta denigrare il lago di Vico”. Dopo il sindaco di Ronciglione che aveva tuonato contro i sindaci del lago di Bolsena, stavolta a scendere in campo è il presidente della Comunità montana dei Cimini. “Pensino alle colture loro”, è il messaggio lanciato da Eugenio Stelliferi all’indirizzo dei colleghi dell’Alto Lazio, durante una conferenza stampa.
Sotto accusa quegli amministratori che, per spiegare la messa al bando dei noccioleti dal loro territorio, avevano usato come termine di riferimento negativo il lago di Vico, intorno al quale questa coltivazione è molto diffusa. Mentre al vescovo di Viterbo, Stelliferi ha replicato: “Tutte le aziende agricole dei Cimini sanno bene cosa fare: non avveleniamo nessuno”.
“Il nocciolo – ha proseguito il sindaco di Caprarola – è una specie autoctona che popola in forma selvatica il patrimonio forestale dei Cimini e più in particolare della riserva naturale del lago di Vico. Queste caratteristiche fanno sì che, nei noccioleti del nostro territorio, gli interventi fitosanitari e l’impiego dell’acqua per fini irrigui siano inferiori rispetto ad altre colture da frutto”.
Oltre a difendere le aziende che lavorano nel settore (“la nocciolicoltura del lago di Vico e dei Cimini, è esportata in tutto il mondo come modello di gestione nel segno della sostenibilità”), Stelliferi difende anche la qualità delle acque del lago. A sostegno del presidente della Comunità montana, studi eseguiti dall’Unitus e le analisi di Arpa e Asl. “Dal 2013 al 2017 non si sono più verificate massicce presenze ma solo piccole fioriture. Proseguendo nell’opera di miglioramento già attuata si potranno prevenire ed eliminare”, ha spiegato Fabrizio Scialanca del Dafne, intervenendo nel corso della conferenza stampa sull’alga rossa.
Infine, ha concluso Stelliferi, per quanto riguarda l’erosione “da poco sono state realizzate opere di assetto del territorio che contribuiscono ad attenuare in modo significativo i fenomeni che tipicamente interessano la caldera, anche a fronte della presenza di una coltura come il nocciolo, riconosciuta tra le più efficaci nel contrastare il dissesto idrogeologico per la natura del suo apparato radicale”.