Ogni giorno che passa la maggioranza guidata dal sindaco Arena assume sempre i più connotati della casta: un gruppo il cui sguardo è rivolto solo a logiche interne di autoconservazione e non all’interesse dei cittadini.
Non si spiega altrimenti – se non con un atteggiamento infantile per cui quello che propone l’avversario va bocciato a priori, versione questa a cui non vogliamo credere –, non si spiega altrimenti, dicevamo, la decisione di votare no all’emendamento presentato dal gruppo del Pd con cui si chiedeva di attivare il cosiddetto tirocinio civico, da 10 a 99 anni.
Di cosa si tratta? Di uno strumento rivolto all’educazione della cittadinanza, a partire dalle giovani generazioni, delle istituzioni e alla conoscenza del loro funzionamento. Un’iniziativa che s’inserisce sul solco della legge d’iniziativa popolare che vuole rendere obbligatorio l’insegnamento dell’educazione civica a scuola.
Un progetto che richiedeva uno sforzo minimo, appena 5mila euro di spesa. “Soldi che il Comune non avrebbe dovuto impegnare subito – ha spiegato il capogruppo del Pd Luisa Ciambella – poiché prima ancora avremmo dovuto redigere un regolamento, e sarebbe trascorso sicuramente un anno per fare questo. Ma sarebbe stato un germoglio. Avremmo mandato un messaggio a chi guarda questo palazzo da fuori, pensando che sia un luogo chiuso e inaccessibile. Un percorso i cui frutti avremmo visto maturare sicuramente nel tempo”.
No a priori. La maggioranza dopo una breve consultazione ha provato a evitare la figuraccia proponendo al capogruppo del Pd, attraverso il sindaco Arena, di riformulare l’emendamento attraverso una raccomandazione. A che pro, se non per rimandare la questione chissà a quando? La maggioranza ha comunque tagliato la testa al toro, bocciando il tirocinio civico, che invece aveva trovato il consenso di tutti gli altri gruppi dell’opposizione. Trasparenza e partecipazione: per il centrodestra due slogan buoni solo per la campagna elettorale.