Potrebbe finire all’attenzione della Procura della Repubblica la vicenda dei beni comunali da alienare per ricavare fondi da destinare ad investimenti. Del progetto dell’amministrazione Arena come si sa non se ne farà più nulla poiché l’emendamento che prevedeva tutto ciò, quando si è scoperto che nella lista delle proprietà di cui liberarsi era stata inserita anche la chiesa dei facchini, è stato ritirato.
Il problema è che in maggioranza – a torto o a ragione non si sa – sostengono tutti che il piano arrivato in Consiglio comunale è diverso da quello firmato dai capigruppo. Motivo per cui nessuno sapeva che la chiesa dei facchini era finita nell’elenco.
Da qui l’annuncio di Chiara Frontini: “Atto manomesso, presenteremo una denuncia”. E non è darle torto: se è vero che tutti sostengono di aver firmato una cosa diversa da quella arrivata nella Sala d’Ercole, dove comparivano anche correzioni a penna, è evidente che qualcosa non torna. A meno che non si voglia pensare che le scuse della maggioranza non siano tutta una pantomima per rimediare all’ennesima brutta figura fatta davanti alla città.
“Quello che è accaduto – ha specificato la capogruppo di Viterbo 2020 – è di una gravità inaudita. Se è davvero i fatti sono andati come ci è stato raccontato, non credo che la vicenda si possa chiudere così. Non è possibile che sia stato manomesso un documento, una volta sottoscritto.
Per questo, va sporta denuncia. Noi lo faremo e auspichiamo che pure il sindaco e il presidente del Consiglio facciano la stessa cosa”. Da parte sua, il segretario generale ha fatto sapere che ottenuti tutti gli incartamenti valuterà a sua volta se presentare una segnalazione alle autorità competenti.
Tutto ciò la dice lunga sulla situazione di assoluto pressappochismo in cui si muove l’amministrazione Arena, incapace, al di là degli aspetti politici che tutti conosciamo, di governare anche i processi tecnico-burocratici del palazzo.