Sulla destinazione della tassa di soggiorno, dispersa in mille rivoli dall’amministrazione Arena, evidentemente priva di una visione sulle politiche culturali e turistiche per la città, è intervenuto tramite una lettera aperta ai siti Internet anche il consigliere comunale di Viterbo 2020 Alfonso Antoniozzi.
“La domanda che spesso mi pongo – dice – quando durante le sedute di consiglio mi capita di fermare lo sguardo sugli affreschi che mi circondano, è la seguente: siamo all’altezza delle persone che hanno fatto la storia di questa città e che sono dipinte sulle mura della sala d’Ercole? Credo di no. Un milione e novecentomila euro che entrano in cinque anni nelle casse comunali potrebbero cambiare in meglio, e per sempre, l’immagine di Viterbo”. Ma tutto ciò non accadrà e a detta di Antoniozzi: “Questa delibera di giunta dice ‘con questi denari potremmo inventarci il mondo, ma ci facciamo le panchine’, e nulla di diverso ci si poteva aspettare da una classe dirigente che da un lato si riempie la bocca di parole come ‘turismo’ e ‘cultura’, ma dall’altra è intimamente convinta che la crescita di una città risieda nell’apertura di centri commerciali e che l’unica economia propulsiva sia quella del mattone. Il nostro gruppo ha presentato una serie di emendamenti (che non sono stati, com’era prevedibile, approvati) per far capire che anche con questi fondi si può immaginare una città diversa, un turismo che sia legato alla cultura, con progetti che valorizzano e raccontano la storia del territorio, stimolano il turismo e creano occupazione, in barba alla famosa teoria della ‘coperta corta’ che altro non è se non un alibi sfoggiato ad ogni passo per giustificare una pochezza immaginativa di fondo”.
“La domanda sul piatto – continua Antoniozzi – è: vogliamo finalmente entrare nell’ordine di idee che il turismo culturale, enogastronomico, paesaggistico è il futuro della nostra città o dobbiamo continuare a perderci dietro ai piccoli interessi?Non è forse meglio fare in modo di ragionare insieme ai portatori di interessi e spiegargli che questi interessi possono essere applicati per il rilancio della città, per il restauro e la messa a sistema del centro storico, per la cura, la valorizzazione del nostro patrimonio?Io non boccio questa delibera per partito preso, ma per una semplice questione di ovvietà: l’amministratore ha a disposizione 1.900.000 euro in 5 anni e non riesce a farmi venire in mente un’idea che spinga la città da qualche parte, continua a fotografare l’evidenza e a riempire le piccole falle disperdendo la somma a disposizione in mille rivoli. Panchine e bagni pubblici sono esigenze sacrosante di una città, ma sono davvero esigenze turistiche o non sarebbe più logico individuare i fondi nelle pieghe di bilancio invece di spendere i denari di un’imposta i cui incassi hanno, per legge, una precisa destinazione turistica?Prima di far sedere la gente o mandarla in bagno, inventiamoci un modo per portarla a Viterbo”.