Tassa sul turismo: quattro commissioni e un Consiglio comunale per non decidere nulla. Diecimila euro di spesa (a tanto ammontano i gettoni percepiti dai consiglieri e gli altri costi imputabili a tutta questa messa in scena) a fronte del deserto. Perché tale è, un Deserto con la D maiuscola, la politica culturale e turistica della giunta Arena e in particolar modo di Fratelli d’Italia, che, tramite il fedelissimo rotelliano Marco De Carolis, gestiscono l’omonimo assessorato. I soldi sono stati spartiti tra tutti i partner della coalizione con destinazioni che vanno a rimpinguare le casse di tutte le componenti dell’esecutivo. Basti pensare a quelli previsti per la sistemazione dei bagni pubblici e l’acquisto delle panchine. Roba che neanche nel terzo mondo… Eppure è così: questa è la visione della città che possiedono i Rotelli’s Boys.
Non si intravede uno straccio di progetto, manca una visione della città, non si scorge alcun tentativo di uscire fuori dalle logiche della spartizione e dell’approssimazione. Al di là degli spot e delle trasferte a Civitavecchia nel vano tentativo di intercettare turisti che inevitabilmente arriveranno in Italia per visitare Roma, il vuoto più assoluto.
La pensano così tutti. Sentite il consigliere del Movimento 5 Stelle, Massimo Erbetti: “Una spesa per i cittadini intorno ai 10.000 euro (sono i costi come detto sopra sostenuti per pagare chi ha partecipato alle commissioni e al Consiglio comunale, per fare cosa? Niente, non abbiamo fatto niente, se non apprendere l’ennesima spartizione di una imposta che dovrebbe essere usata per rilanciare il turismo, ma che in realtà lo sarà solo in piccolissima parte. Per il resto l’attuale maggioranza la userà per tappare buchi, comprare panchine e ristrutturare qualche bagno pubblico. Se non fosse che sono stati spesi soldi dei viterbesi, ci sarebbe anche da ridere”.
Dello stesso parere Luisa Ciambella, capogruppo del Pd, secondo la quale la vicenda della tassa di soggiorno mette ancora una volta di più in chiaro il pressappochismo della giunta Arena e la completa assenza di una visione strategica di Viterbo”.
Per Viterbo un’altra occasione persa.