C’è un grande assente da un po’ di tempo sulla scena viterbese. Gianmaria Santucci. Non esterna sulla stampa; non rilascia dichiarazioni pubbliche; non parla su Facebook; non bea il popolo delle sue proverbiali pillole di saggezza; né, all’apparenza, semina più zizzania con il suo velenosissimo becco sempre pronto a pizzicarti alle spalle. Parla un po’ solo nella sala del Consiglio comunale. Urla due parole qua e là e poi si acquieta.
E’ stato assente quando c’è stata la crisi e potevi pensare che avesse paura che gli facessero fuori un assessore (chi tra l’altrettanto velenoso Barbieri e la più mite compagna Alessia Mancini?). Ma il problema è che sembra assente anche oggi alla vigilia del bilancio: ed è tanto strano per uno che, sindaco Michelini, quando c’era da andare a spulciare tra i conti della ragioneria del Comune passava ore e ore negli uffici a fotocopiare le carte.
Comunque, tranquilli: sta bene. Non gli è accaduto nulla di grave. E’ solo in altre faccende affaccendato. Non tutti lo sanno, ma Santucci adesso fa il direttore editoriale. Si è dato alla televisione. cioè, si è trovato un altro lavoro, da svolgere nel tempo libero (tanto) che gli resta una volta sottratto quello (poco) che dedica all’impiego di dipendente regionale e quello (abbondante) che riserva alle commissioni, ai Consigli comunali e alle riunioni di maggioranza.
Ragazzo diventato ormai vecchio, Santucci lavora per una Tv che ancora conoscono in pochi e che si chiama Tele Lazio Nord. Fa i provini dei presentatori e degli artisti, decide i palinsesti, sceglie i registi, gli sceneggiatori e i tecnici. Soprattutto, si occupa di giornalisti: li chiama tutti a collaborare da lui cosicché poi non gli scriveranno contro nei siti dove scrivono. Fa anche, sembra, il procacciatore di pubblicità. E d’altra parte, le televisioni costa mantenerle. Santucci sembra in ogni caso aver finalmente trovato pace. Fa quello che gli piace e che, pensa lui, gli riesce meglio: comunicazione, marketing e pubbliche relazioni. Certo, per una questione deontologica, dovrebbe lasciare la politica, ma non può. Perché è grazie alla politica che ha fatto nascere la televisione e perché è grazie alla televisione – così crede – che continuerà a fare politica. Insomma, Santucci è il serpente che si morde la coda. Colui che, gira gira, torna sempre al punto di partenza. Oggi come venti o trenta anni fa. Forse per questo si crede ancora giovane anche se nel frattempo è diventato vecchio.