Tra moglie e marito non mettere il dito, ma non dovrebbero finirci neanche gli atti che riguardano l’interesse pubblico, ovvero l’amministrazione della città. Più per una questione di opportunità, prima ancora che per il rispetto dei codici. Se poi il tutto avviene nella stessa aula dove è stata votata l’adesione alla Carta di Pisa, il codice etico per la legalità e la trasparenza negli enti locali, le contraddizioni appaiono a tutti evidenti.
Il caso è quello dei coniugi Contardo: Enrico Maria, l’assessore al Bilancio, e la di lui consorte Ombretta Perlorca, consigliera della Lega. Ma lo stesso quesito si potrebbe estendere ad altri casi simili sempre in aula. La domanda: è consentito, in questo caso alla moglie, votare le delibere che vengono presentate dal marito?
Sul punto giovedì in consiglio comunale si è accesso un duro scontro tra Giacomo Barelli di Viva Viterbo, a nome delle opposizioni, e il segretario generale. Sembrerebbe, alla fine, che non esista alcuna norma che vieti al consigliere Perlorca di votare gli atti presentati dal marito. Ma la questione di fondo rimane, come ha sottolineato dal canto suo la consigliera del Pd Luisa Ciambella.
“Al di là delle norme e degli aspetti giuridici, esiste una questione di opportunità, di fronte alla quale si può parlare di una gestione familistica delle istituzioni”.