Con 348 voti a favore, 274 contrari e 36 astensioni il Parlamento europeo, riunito a Strasburgo in seduta plenaria, ha approvato la riforma comunitaria del diritto d’autore. La riforma, ora, dovrà essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea – entro un mese – e in seguito recepita da tutti i paesi membri.
La normativa – spiega il Sole 24 Ore – prevede di sottoporre le grandi piattaforme di Internet – come Youtube, Facebook, Google e in particolare gli aggregatori di notizie o i servizi di monitoraggio dei media – al pagamento dei diritti d’autore per i contenuti, come video, musica e articoli giornalistici, diffusi e condivisi sulle loro piattaforme. Le piattaforme digitali dovranno ora negoziare accordi di licenza con gli editori in modo da remunerare i creatori dei contenuti online. Una disposizione che aveva sollevato forti critiche perché, secondo i suoi detrattori, metterebbe a rischio la libertà di espressione e la libera circolazione delle idee su Internet. La direttiva, tuttavia, esclude chiaramente dal suo campo di applicazione – spiega sempre il Sole 24 Ore – i “collegamenti ipertestuali” agli articoli di notizie e “singole parole o estratti molto brevi” (ad esempio “frammenti”), nonché le enciclopedie online senza scopo di lucro, come Wikipedia, e le piattaforme di sviluppo e condivisione “open source”.
“Oggi in Europa è stata scritta una pagina importante – ha commentato l’europarlamentare del Pd Enrico Gasbarra, all’uscita dall’aula di Strasburgo -. Il Parlamento non si è piegato alle pressioni dei giganti del web – ha sottolineato Gasbarra -. Da oggi il diritto d’autore può essere garantito e finalmente remunerato. Al di là delle fake news diffuse dai colossi delle grandi piattaforme, Internet rimane libero e non ci sarà nessun costo o responsabilità per gli utenti”.
Come detto, la direttiva sul Copyright è stata approvata con 348 voti a favore e 274 contrari, tra i quali i parlamentari di 5 Stelle e Lega.