I manifesti inneggianti al duce e al fascismo attaccati in questi giorni in città non possono essere derubricati, come spesso succede a Viterbo, a mero fenomeno folkloristico. Colpisce la totale inerzia del sindaco Giovanni Arena, che, ancora una volta prigioniero delle logiche della coalizione che lo ha eletto, per mantenersi stretta la poltrona su cui si è seduto fa finta di non vedere e non sentire.
Non vuole urtare la suscettibilità di nessuno, Arena. Fa il muro di gomma e infatti – se si considera l’ultima presa di posizione di un suo assessore, Laura Allegrini, che rivendica per il Comune il possesso della carrozza del Cotral su cui viaggiò il duce quando venne a Viterbo per inaugurare la linea ferroviaria – c’è da ritenere che anche sui manifesti appiccicati dal Blocco Studentesco il primo cittadino abbia scelto coscientemente di far finta di nulla.
Colpisce che in una città come Viterbo, fucina di tante associazioni di volontariato, da sempre in prima linea per battaglie di solidarietà e altruismo, si tollerino fatti di questo tipo. E che ciò avvenga nel silenzio delle istituzioni, ma anche di una parte, per quanto minoritaria, di opinione pubblica che sembra aver perduto molti punti di riferimento.
Deve preoccupare che ci sono giovani che, senza conoscere davvero il fascismo, si approprino di ideali condannati dalla storia, invisi alla maggioranza del Paese e delle nazioni libere e democratiche europee ed extraeuropee. E deve preoccupare che tutto ciò accade nel più assoluto mutismo dell’amministrazione comunale. La gente deve indignarsi. C’è bisogno di una reazione collettiva affinché non venga inculcato nelle mente di altri giovani il germe dell’intolleranza nascosto dietro le sembianze di falsi miti che tanti disastri hanno arrecato all’Italia.
Arena, basta fare il pesce in barile. Basta dare ragione a tutti con la speranza di restare a galleggiare. Intervenga e dica una volta, una sola, qualche parola all’altezza delle responsabilità che implica il ricoprire la carica di sindaco.