Il colosso tedesco della farmaceutica Bayer subisce una nuova e potenzialmente grave sconfitta nel caso dell’erbicida Roundup prodotto dalla sua divisione di agrochimica Monsanto e accusato di provocare il cancro. Come riporta il Sole 24 Ore, una giuria di San Francisco, al termine di un processo durato nove giorni, ha concluso che l’esposizione al Roundup è responsabile del tumore sofferto da Andrew Hardeman, che lo aveva utilizzato per 26 anni nelle sue proprietà rurali della California settentrionale.
I sei giurati, in una seconda parte del procedimento, dovranno ora prendere in esame se l’azienda ha tenuto nascosti i rischi per la salute e se e quali danni debba pagare, una decisione che potrebbe imporre ingenti risarcimenti.
I precedenti non sono favorevoli a Bayer. Lo scorso agosto un altro caso simile, il primo in assoluto ad arrivate in aula contro l’erbicida e deciso da una giuria sempre a San Francisco, la vide colpita da una condanna a versare 289,2 milioni di dollari poi ridotti dal giudice a 78,5 milioni. Bayer ha presentato un appello ancora in corso.
Complessivamente negli Stati Uniti ci sono 11.200 tra agricoltori, giardinieri e consumatori che hanno presentato denuncia attribuendo effetti nocivi al diserbante. Sei ulteriori casi dovrebbero iniziare entro la fine di quest’anno. Tra i tumori che Roundup è accusato di indurre c’è il linfoma non-Hodgkin.
Bayer si è difesa. Ha risposto alla nuova sentenza affermando di “continuare a credere fermamente che la scienza confermi come gli erbicidi a base di glifosato non causino il cancro”. L’azienda tedesca cita l’esistenza di 800 tra studi e prese di posizioni di autorità di regolamentazione che testimonierebbero della sicurezza della sostanza. Ma nel 2015 la International Agency for Research on Cancer, parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, aveva classificato il glifosato come probabilmente carcinogeno per gli esseri umani, dando credito a ricorsi in tribunale e interventi di authority nazionali.