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Home » Italia » Il capo del personale e l’incompiuta di Schubert

Il capo del personale e l’incompiuta di Schubert

21 Marzo 2019

Si sente dire sempre più spesso che la politica va rinnovata e resa più efficiente. “Ma questa idea della politica più efficiente, del primato del fare sul dire – ebbe a notare in più occasioni l’ultimo segretario della Dc, Mino Martinazzoli – sottintende un concetto molto pericoloso e cioè che la discussione ci impedisce di essere veloci, di essere moderni”.

A questo proposito Martinazzoli raccontò una volta la storia di un amministratore delegato che ricevette l’invito per assistere a un concerto nel quale si sarebbe eseguita la Sinfonia numero 8 di Schubert, la celebre Incompiuta. Non potendo andare, perché impegnato in una seduta del Consiglio di amministrazione, regalò l’invito al giovane capo del personale, uno che aveva studiato alla Bocconi per poi perfezionarsi in una prestigiosa scuola di management inglese. Il giorno dopo l’amministratore delegato chiese al giovane se gli fosse piaciuto il concerto. Il capo del personale, manager moderno, rispose che entro mezzogiorno avrebbe avuto la relazione sulla scrivania. E così fu.

La relazione era divisa in cinque punti. L’amministratore delegato la lesse con sorpresa: “Primo: durante il considerevole tempo di quattro ore, tanto dura la sinfonia, si dovrebbero ridurre il numero degli squilli di tromba, eliminando così un terzo del tempo. Secondo: i dodici violini suonano la medesima nota, quindi l’organico dei violini potrebbe essere drasticamente ridotto. Terzo: non servono tutti quegli ottoni che ripetono lo stesso suono. Quarto: eliminando i passaggi ridondanti il concerto potrebbe essere ridotto di un quarto. Quinto: se Schubert avesse tenuto conto di tutte queste indicazioni certamente avrebbe terminato la sinfonia”.

Il commento di Martinazzoli: “Io invece vorrei vivere in un mondo nel quale si potesse sentire la sinfonia di Schubert così come è”.

In altri termini, la democrazia “ci consente di ascoltare e di apprezzare l’opera di Schubert, senza che la pretesa di semplificazione ce la distorca”.  Il che vuol dire che, laddove si è presi dal desiderio di eliminare gli sprechi, sarà bene evitare gli errori in cui è caduto il capo del personale, affidandosi ad una politica che sappia non già sperperare o devastare e basta ma trovare un giusto equilibrio. A questo equilibrio non si dovrebbe mai rinunciare anche se gli impulsi a dare sfogo alla furia devastatrice sono ben comprensibili.

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