Le parole pronunciate da Fabrizio Purchiaroni in Consiglio comunale, quando ha annunciato l’uscita da Forza Italia e l’abbandono della maggioranza, sono condivise da tantissimi viterbesi, ma anche da altri consiglieri dentro la stessa coalizione di centrodestra. Sono pochi, quest’ultimi, a dire il vero – la maggior parte dà infatti l’impressione di non rendersi conto di dove vive – però esistono e presto potrebbero fare la differenza.
Nel complesso, lo spettacolo offerto dalla giunta Arena in questi primi nove mesi di amministrazione è stato scadente e deprimente sotto tutti i punti di vista. Non è stato prodotto uno straccio di progetto; non è stata tirata fuori un’idea; tutto è apparso finalizzato alla gestione bramosa del potere in un continuo clima di resa dei conti e di vendette; e infine si è tirato a campare, confidando in una campagna di comunicazione sui social e sui mezzi di informazione che ha raccontato e racconta una città diversa da quella reale.
Nessuno dei problemi rinfacciati a Michelini, e utilizzati per aizzare l’opinione pubblica dal 2013 al 2018, ha trovato le soluzioni promesse in campagna elettorale. Con l’aggravante di passare a questo punto, agli occhi della stessa opinione pubblica, come quelli che predicano bene e razzolano male. Non c’è di peggio quando tra la gente passa questa opinione.
Da parte di alcuni esponenti di questa maggioranza durante la scorsa amministrazione sono state lanciate bordate pesantissime all’indirizzo della vecchia giunta. Molte erano pretestuose. Il risultato di quello che sono capaci di fare loro è sotto gli occhi di tutti. Ma attenti: la gente ascolta, ma non dimentica. Soprattutto, sa farsi perfettamente una propria opinione.
Che le cose stanno così, come detto, la pensano anche alcuni della stessa maggioranza, che non è detto non seguano presto le orme di Purchiaroni. Ci sono testimonianze di consiglieri che dicono di vergognarsi di quanto fatto in questi mesi e di altri che addirittura hanno paura di farsi vedere troppo coinvolti nelle scelte che vengono compiute a Palazzo dei Priori: non vogliono perdere la faccia. Finora non l’hanno detto pubblicamente, ma è assolutamente vero che la pensano in questo modo.
L’amministrazione Arena paga nel complesso un evidente dilettantismo di fondo. Un’impreparazione di carattere culturale e tecnico disarmante. Oltre a un deficit caratteriale pericoloso (per loro e per gli altri). Tutti difetti che vengono amplificati – per contrapposizione – dall’arroganza con cui alcuni si pongono senza farsene neanche il più minimo scrupolo. Ci sono situazioni di conflitti di interesse evidentissime (altro che carta di Pisa) e commistioni familiari imbarazzanti. E poi ci sono le guerre, frutto di interessi che confliggono e di ambizioni personali non commisurate alle capacità dei personaggi.
L’amministrazione Arena per tutti questi motivi si può darla già per finita. Nel senso che non produrrà nulla di buono per la città indipendentemente dai rimpasti che potrebbero ancora essere fatti per tenerla in piedi. L’amministrazione Arena è un morto che cammina.