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Home » Politica » Nocciole, l’espansione continua. Nella Tuscia “coperti” 25mila ettari

Nocciole, l’espansione continua. Nella Tuscia “coperti” 25mila ettari

19 Marzo 2019

“La provincia di Viterbo ha ormai raggiunto la non invidiabile copertura di nocciole, che portano un sensibile degrado del suolo, di 20.000-25.000 mila ettari, ci sono dei comuni nel Viterbese che su 1800 ettari disponibili sono piantati a nocciole 1600 ettari. Ed i noccioleti si stanno espandendo in Umbria ed in Toscana, perché i prezzi ad ettaro sono più bassi del Lazio”.

E’ uno dei dati illustrati all’incontro che si è svolto sabato scorso a Orvieto (Palazzo dei Sette) in cui si è parlato della monocoltura della nocciola e dei problemi che questa sta causando anche nella Tuscia.

“Il convegno tenuto è stato un vero successo di partecipazione e di contenuti trasmessi dalle numerose interessanti relazioni previste”, spiega la Rete interregionale protezione ambiente, organizzatrice dell’evento.

Molti i testimonial di eccezione: la scrittrice Susanna Tamaro, Jonathan Nossiter regista del film “Mondo Vino”, l’attrice Alba Rohrwacher.

La regista Alice Rohrwacher ha introdotto il tema parlando della sua lettera ai governatori della tre regioni dell’Italia Centrale Marini, Zingaretti e Rossi sulle problematiche introdotte dalle monoculture di noccioleti sulla vita delle persone e sul paesaggio.

La prima parte del convegno è stata dedicata agli impatti ambientali e sanitari della monocultura di nocciole (e di castagni): il presidente del vicino Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre Famiano Crucianelli ha spiegato come la battaglia per la difesa del clima – molto forte in questi giorni – abbia al suo interno la sfida per una agricoltura sostenibile.

E’ stata poi la volta della dottoressa Antonella Litta, rappresentante dei Medici per l’Ambiente (Isde) che ha illustrato l”o scempio ambientale e sanitario del territorio della Tuscia, dove stiamo inquinando l’aria, l’acqua ed il cibo e perdendo biodiversità. Malattie come il Parkinson e la SLA sono dovuti all’uso smodato di pesticidi”.

L’ingegner Piero Bruni ha quindi esposto la situazione già critica del lago di Bolsena, prima dell’assalto dei noccioleti, che certamente porteranno altri problemi sanitari ed ambientali al lago.

Molto interessante è stata l’intervista realizzata dal Alice Rohrwacher a Stefano Mancuso, neurobiologo, direttore dell’International Laboratory of PlantNeurobiology (Linv) dell’Università di Firenze,che ha tracciato un allarmante valutazione su come gli uomini stiano “regredendo” rispetto le piante, che sono organismi sociali sofisticati ed evoluti che offrono la soluzione a molti problemi tecnologici. L’ambiente, e la sua difesa – sostiene Mancuso – non sono il passato ma il futuro.

E’ poi iniziata al seconda parte del convegno relativa al territorio, un bene di tutti. E qui è spiccato l’intervento di Friedrich Haring che ha parlato di una interessante lotta della comunità di Malles nell’Alta Val Venosta, nella provincia autonoma di Bolzano. Malles ha vinto il referendum contro i pesticidi con il consenso del 75% dei cittadini.

E poi stata la volta del ricercatore Cnr Marco Lauteri che ha sostenuto la necessità di dar vita al Bio-distretto dell’Orvietano, Tuscia e lago di Bolsena costituito dalle aziende “biodiverse” che sono già una realtà nel nostro territorio; “un’immensa forza che, sulla difesa prioritaria dell’ambiente e del paesaggio, finalmente sta emergendo”. Interessante e da approfondire il tema sollevato nel suo intervento da Gabriele Antoniella, del Comitato Quattro Strade, sul negativo impatto economico che tale trasformazione avrà sul territorio e sulla legittimità di questi impianti visto i vincoli ambientali già esistenti sull’Alfina e sul lago di Bolsena. Ha poi concluso gli interventi Debora de “La Goccia” (leggendo un testo condiviso dalle piccole realtà contadine) rivendicando la lungimiranza della loro scelta.

Dopo essersi rifocillati grazie all’impegno delle aziende agricole “Janas” di Porano e “Il Pulicaro” di Torre Alfina, i partecipanti hanno potuto apprezzare i prodotti del mercato contadino in piazza del Popolo, composto da aziende che tra loro mettono insieme circa 200 ettari, più o meno gli stessi che ora sull’Alfina sono coltivati esclusivamente a noccioli. Sono tutti ettari che rispettano l’ambiente e le persone, creano biodiversità e prodotti tipici e tradizionali, attraggono turisti; mostrando un’alternativa molto valida alle politiche che invece sostengono quasi esclusivamente l’agroindustria.

Dalle 18 alle 21 la bella musica di: Katirre e La Compagnia de La Panatella, La Banda del Comitato e La Tresca nell’atrio del Palazzo dei Sette.

E già si pensa al futuro, come sensibilizzare altri territori, come coinvolgere i sindaci dell’area, come organizzarsi meglio: ne sentiremo ancora parlare.

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