Piano del commercio, scusate stavamo scherzando. Sembra una barzelletta, invece è tutto vero. Emerge in queste ore che a Palazzo dei Priori non siano più tanto convinti delle norme approvate solo qualche giorno fa dal Consiglio comunale. I dubbi riguarderebbero le regole che dovrebbero disciplinare – il condizionale a questo punto è d’obbligo – la chiusura notturna dei locali nella parte monumentale della città: a mezzanotte d’inverno e all’una d’estate. Che poi è il punto attorno al quale ruota tutta la riforma. Mica un dettaglio.
A parlarne con la stampa è stata l’assessora al commercio. Che ha usato un giro di parole, ma il senso del suo discorso appare chiaro. “Prima di applicare le restrizioni sugli orari – ha detto la Mancini – è nostra intenzione aprire una fase di incontri con commercianti, titolari dei locali e residenti per arrivare una sintesi equilibrata che possa soddisfare le esigenze e gli interessi di tutti”. Insomma, le nuove norme avranno solo il compito di fornire un’indicazione, ma non saranno vincolanti. Eventuali restrizioni saranno invece stabilite volta per volta con apposite ordinanze dal sindaco. La Mancini incontrerà anche CasaPound che dal canto suo ipotizza una rotazione delle limitazioni orarie all’interno del centro.
Al di là che il nuovo piano del commercio piaccia o meno, a questo punto sorgono due domande: questi incontri non potevano essere organizzati prima che fosse approvato dal Consiglio comunale? E, seconda questione, perché approvarne uno se alla fine decide sempre il sindaco?