Ex lavoratori di Esattorie, la società che si occupava della riscossione dei tributi per Palazzo dei Priori, dimenticati dal Comune. Pubblichiamo una loro lettera.
Carissimo Comune, carissimo sindaco, carissima Giunta, siamo qui a ricordarvi che tra i pregiati affreschi delle storiche sale che vi ospitano, tra gli scranni secolari e negli armadi di via Ascenzi, storica sede plebiscitaria, aleggiano spettri senza pace che tormentano le vostre coscienze.
Uno di questi scheletri irrequieti siamo proprio noi, gli ex esattoriali che in nome dell’istituzione con la I maiuscola che rappresentate, si adoperavano quotidianamente, con profitto e serietà.
Certo è che il fallimento della società isernina, ci pose erroneamente nel calderone infernale di un crack sicuramente non cagionato dalle nostre volontà ma ascrivibile esclusivamente alla gestione dei titolari di Esattorie spa. Per fugare ogni dubbio qualunquistico e denigratorio: i lavoratori viterbesi e le loro famiglie, con gli ammanchi in Comune non c’entravano proprio un bel niente.
Dopo tante battaglie per recuperare il recuperabile, manifestazioni, incontri, tavoli tecnici e politici, lettere, articoli e discussioni, eccoci qua, il nulla. Sono passati più di cinque anni e per citare il famoso poeta romantico… “sovrumani silenzi e profondissima quiete”…
Spezziamo oggi con lucidità una lancia nei confronti di chi con fatica è riuscito a creare un bando di gara che ha impiegato alcuni di noi esuli, forse i più bisognosi per ragioni familiari e reddituali, nonché titolari di conoscenze tecniche specifiche che ben si attagliavano alle richieste del bando di gara, ottimo risultato ma forse parziale e migliorabile.
Nell’ottica appunto del miglioramento e del raggiungimento di un maggiore impiego degli ex Esattorie, abbiamo provato tutto: riunioni, ricerca di contatti, ma nulla di fatto, interessante l’ultima proposta che ci fece l’assessora Mancini, di costituirci in una eventuale organizzazione autonoma, con l’ipotesi di un incontro in Regione con l’assessore Claudio di Berardino… anche qui citiamo il grande Leopardi…”profondissima quiete”…
Ci viene in mente, dopo tanto patire, senza cercare progetti futuribili e mirabolanti incardinati su finanziamenti fantascientifici, una soluzione più terrena (purché ce ne sia l’intenzione) che metterebbe d’accordo tutti. Ci permettiamo di proporla in linea di massima sottovoce: perché non valutare la più semplice delle soluzioni ampliando l’appalto già esistente per gli ex esattoriali già impiegati che avrebbero bisogno di ausilio, stanziando anche le somme opportune per creare un ufficio di supporto ai vigili urbani? Perché non valutare anche l’ipotesi della riscossione del coattivo che potrebbe autofinanziare l’iniziativa rendendola virtuosa? Perché continuiamo ad accampare vincoli inesistenti con Equitalia? Perché coloro che sostenevano che una volta saliti al potere (e li abbiamo sentiti tutti) avrebbero tolto i tributi locali ad Equitalia non alzano più la voce?
Ci permettiamo una non troppo simbolica sfida al sindaco ricordandogli, stavolta con voce chiara, che questo sollevato, non è solo un nostro problema lavorativo ma anche un’urgente necessità per il settore Tributi/Bilancio che avrebbe bisogno di ulteriore supporto e di maggiori introiti di quote sospese… non riscosse… alla luce degli ultimi accadimenti ballerini tra deleghe e litigi nel Palazzo, la sfida è proprio posta sul piano della concretezza, sul fare quel famoso “bene” per la città di cui tanto si parla… nei propositi.
Noi siamo ancora qua. Osserviamo pazienti…