Sanità nel Lazio sempre di più al centro delle critiche. Da una parte i cittadini, che vedono i servizi sempre più ridotti (liste d’attesa, pronto soccorsi che chiudono e via discorrendo; dall’altra i lavoratori, ridotti all’osso, senza considerare la tragedia di quelli dei Cup; dall’altra ancora Zingaretti che da due anni sostiene di aver risanato i conti senza però che di questo fantomatico risanamento sia siano ancora visti i risultati. “Da cittadina e da ministro della salute – disse giorni fa il ministro Giulia Grillo dopo un blitz compiuto all’Umberto I, ho voluto toccare con mano la qualità in emergenza del pronto soccorso con più alto numero di accessi della capitale e, onestamente, mi è sembrato che ci sia ancora tanto da lavorare. Al netto della grande abnegazione e della qualità di tutto il personale sanitario impegnato giorno e notte in corsia, al quale dobbiamo continuare a dire grazie, non credo di poter essere fiduciosa rispetto a un’uscita imminente dal commissariamento della Regione Lazio per la sanità”.
“In ogni caso – aggiunse – voglio ricordare a tutti che le valutazioni tecniche sul commissariamento e sul piano di rientro del Lazio non spettano né a me né al presidente Zingaretti, ma ai tavoli tecnici del ministero della salute e del ministero dell’economia. Sinceramente se guardo le valutazioni dell’ultimo tavolo di verifica di novembre e le criticità rilevate in tale occasione, ho serie difficoltà a condividere l’ottimismo del governatore del Lazio. Solo per citare un numero, il commissario Zingaretti si era impegnato a portare i conti in equilibrio e invece risulta ancora un disavanzo di 110 milioni di euro. Ma in realtà – concluse Grillo – sono più preoccupata per la qualità dei servizi sanitari che ancora stentano a decollare, a tutto danno dei cittadini del Lazio”.