In attesa di conoscere quale sarà la risposta del governatore Zingaretti alla regista Alice Rohrwacher, che nei giorni scorsi con una lettera pubblica ha espresso preoccupazione per l’espandersi della monocoltura della nocciola e dei suoi effetti su ambiente e paesaggio, rivolgiamo anche noi, nel nostro piccolo, una domanda alla Regione, in particolare all’assessore all’Agricoltura. La domanda è: alla Regione c’è qualcuno che sta vigilando sui progetti dei nuovi noccioleti nell’Alto Lazio? Ci riferiamo al piano che in cinque anni prevede altri 1500 ettari di frutteti.
Era stata la Regione nel 2015 a siglare l’accordo che prevedeva tutto questo. Un patto che tanti benefici economici porterà al territorio, è stato detto in quella sede, ma del quale si conosce poco. Anzi, dopo la presentazione avvenuta nei mesi scorsi, non si è saputo più niente. A che punto siamo? Sono stati già individuati questi nuovi terreni? Dove si trovano? Che prodotti saranno usati per coltivarli e quali altri per i successivi trattamenti?
Era stato spiegato dai responsabili che se una azienda vuole aderire al progetto deve “garantire la massima tracciabilità del prodotto, rispettare tutte le regole previste dalla normativa e quelle dettate dai contratti di lavoro e garantire pienamente la sicurezza sul posto di lavoro”. E ancora: la stessa azienda dovrà “migliorare le pratiche agricole per ridurre l’impatto ambientale”. “Altrimenti – era stato aggiunto – le nocciole in fabbrica non ci mettono piede”. Noi siamo sicuri di questo.
Ma al di là degli impegni assunti dai privati, la Regione, per quello che le compete, che cosa sta facendo?