Un leader è tale se sa difendere sempre e comunque i valori che professa e in cui crede. Per questo motivo Nicola Zingaretti, alfiere dei diritti delle donne, difensore strenuo delle pari opportunità, non può tacere. Non c’è calcolo elettorale che può impedirgli di censurare il suo sostenitore Quinto Mazzoni, segretario del circolo di Montalto di Castro, che aggredisce reiteratamente la moglie del vicesindaco.
La signora, iscritta al Pd, nota per il suo impegno politico chiaro a sostegno degli ultimi e dei bisognosi e con una lunga storia familiare di centrosinistra alle spalle, viene descritta da Mazzoni come una persona senza autonomia di pensiero e di scelta, senza dignità. Il che vuol dire che secondo il segretario del Pd la donna deve essere sottoposta agli uomini ed alle loro scelte. Una Vergogna.
Una vergogna il livore e l’odio istillati tra la gente, fomentando discredito ed aggressione, nei riguardi della moglie del vicesindaco. Mazzoni tra l’altro ha fatto anche circolare volantini su di lei che mettono in mezzo anche i figli minori, fomentando anche contro di loro un clima preoccupante. Oltre i rilievi penali, perseguibili d ufficio, resta l’indegnità politica di chi si comporta in questo modo. Ma è noto che i cultori del pensiero unico hanno una concezione proprietaria del partito ed una totale insofferenza al confronto.
Ma qui, caro Zingaretti, si è superato il limite: attaccare e aggredire una donna impegnata in politica e nel sociale solo perché la sua storia politica passa per i popolari e la Margherita, e non si ritrova nel pensiero unico della sinistra, è troppo. Come è troppo coinvolgere i suoi figli. Per questo, caro presidente, il tuo silenzio è vergognoso. E lo è ancora di più se esponenti non locali del Pd, ma molto prossimi a te, cercano, per avere consensi per te, il marito della signora. Zingaretti, questa vicenda per chi vuole essere il segretario di tutti è una macchia brutta ed indelebile. Una violenza verbale reiterata contro una donna i suoi figli e la sua famiglia, per quattro voti, non è degna di te e della tua storia. Sei ancora in tempo: prendi le distanze e pretendi le scuse, come fa un vero leader che crede in ciò che dice, altrimenti il tuo silenzio si commenterà da solo.