“Si vede che doveva andare così. Io li ringrazio comunque. Auguro a tutti tanta felicità. Noi guardiamo avanti. Per due che se ne vanno, sa quanta gente c’è che vuole entrare nella Lega?”.
Può sembrare un paradosso, ma alla fine per il senatore Umberto Fusco la fuga dal Carroccio a FdI dell’assessora Claudia Nunzi e del consigliere Scardozzi è stata quasi una liberazione. Andandosene da soli non gli hanno fatto un piacere, ma quasi. Sentitelo: “Sono stati dieci giorni complicati. A causa di tutta questa vicenda le attività del partito sono state praticamente ferme, le persone erano scosse. Ora invece sono tornati il sereno e l’unità”.
Termalismo, sicurezza, agricoltura: alla Nunzi, nonostante la giovane età e l’inesperienza politica, era stato assegnato il compito di portare avanti i temi più cari alla Lega qui a Viterbo. Da pupilla a voltagabbana: non si pente, senatore, di aver puntato sulla Nunzi? “No – risponde lui -. La Lega punta da sempre sui giovani. Abbiamo l’idea di una nuova Italia che deve avanzare, progredire e non tornare indietro, non cambieremo la nostra impostazione”. Non si scuote, Fusco, neanche quando gli fate notare che secondo voi la Nunzi come assessore non ha combinato proprio niente. Anzi, ha fatto pure dei danni vista la spaccatura che si è creata tra i lavoratori al comando di polizia locale: “Queste sono valutazioni vostre”.
Nonostante tutto però, si capisce che l’assessora in questi mesi qualche grattacapo deve averglielo procurato. Come quando, da poco insediata la Giunta Arena, la Nunzi se ne uscì con l’idea di istituire a Viterbo una multa per chi fa l’elemosina, il famoso reato di bontà, come fu ribattezzato dai giornali nazionali. “Sorvoliamo che è meglio”, taglia corto Fusco. Oppure per la lettera del prefetto sulla grave situazione e i mancati interventi alle terme pubbliche.
In tutta questa vicenda, il passaggio dei due consiglieri al gruppo di Bianchini passa quasi in secondo piano. La ferita semmai è stata la famosa trasferta a Roma durante la quale, senza dirgli niente, il trio Salcini-Scardozzi-Nunzi è andato a discutere con i vertici regionali della Lega su un presunto malessere interno al partito. “Malessere che io onestamente non ho mai percepito. Ludovica (Salcini, ndr, il capogruppo in Consiglio comunale) è venuta poi a chiedermi scusa, forse non si è neanche resa conto in cosa si stava imbarcando”.
Ma cosa pensavano di ottenere i tre a Roma? Cosa chiedevano? “Alla fine non l’ho capito bene neanche io, lo sa. Forse cercavano un modo per avanzare nel partito, ma un po’ di gavetta in politica bisogna pur farla, non si può avere tutto e subito”. Tra le questioni messe sul tavolo, pare, anche il recente progetto del Comune per integrare alcuni migranti ospiti di una cooperativa attraverso lavoretti di pulizia in città. Una iniziativa dalla quale, prima che venisse approvata, Fusco disse ai suoi di stare alla larga. “Non siamo razzisti, ma queste cose non appartengono allo spirito della Lega”, conferma lui. A Roma, invece, sarebbe stata riportata la versione completamente opposta. Cioè, che Fusco fosse stato tra i sostenitori del progetto.
Ora Fusco non vuole più pensarci. “Io sono un militare, e vado avanti come una ruspa. Quando undici anni fa è nata la Lega a Viterbo qui era come predicare nel deserto, venivo guardato anche con scetticismo”. Poi il boom. Vista la grande quantità di gente che si è avvicinata al partito qualche imprevisto era anche nel conto. “Ma voglio sottolineare che io non ho mai chiesto niente a nessuno. Ho fatto di tutto, anche di tasca mia, per mettere a disposizione luoghi e strutture per fare politica. Perché è quello che conta. Ma chi entra deve accettare che Lega sia un partito fiduciario, io devo portare il messaggio di Salvini sul territorio, non è che ognuno può fare come gli pare”, conclude Fusco.