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Home » Politica » Liste d’attesa, se mal gestite via il direttore della Asl

Liste d’attesa, se mal gestite via il direttore della Asl

22 Febbraio 2019

Direttori generali delle Asl rimossi se non garantiscono visite ed esami medici entro il tempo massimo previsto. E’ una delle novità più eclatanti del nuovo Piano nazionale per il governo delle liste d’attesa (Pngla), predisposto dal Ministero della Salute e approvato in Conferenza Stato Regioni. Gli altri punti prevedono la gestione trasparente delle prenotazioni da parte delle strutture, un osservatorio nazionale sulle liste d’attesa di cui faranno parte anche i cittadini e la riduzione dei tempi massimi previsti per ottenere le prestazioni non urgenti.

Si tratta di regole che potrebbero avere un impatto molto forte nel Lazio e nella Tuscia dove, nonostante gli sforzi fatti in questi anni per ridurre i disagi, i tempi di attesa in alcuni casi restano interminabili.

Il nuovo Pngla 2019-21, si legge, “nasce con l’obiettivo prioritario di avvicinare ulteriormente la sanità pubblica ai cittadini”. Come il precedente, individua l’elenco di prestazioni ed esami diagnostici soggetti al monitoraggio e prevede il rispetto, da parte delle Regioni, dei tempi massimi di attesa per ciascuno. Conferma le 4 classi di priorità da indicare nelle prenotazioni di specialistica ambulatoriale (dalla più alla meno urgente), ma riduce il limite massimo per quelle a priorità programmata (non urgenti) da 180 giorni a 120.

“Finalmente adesso avremo regole più semplici e tempi certi per le prestazioni che riportano il diritto alla Salute al centro del sistema», commenta il ministro della salute Giulia Grillo

I medici parlano invece di “una fiera dell’ipocrisia”, che non risolve il problema. Le critiche prendono di mira la possibilità, prevista nel nuovo piano, di un blocco delle prestazioni in intramoenia (espletate dal medico privatamente, nella propria struttura sanitaria) in caso di criticità. “Regioni e Governo – commenta Carlo Palermo, segretario del sindacato Anaao – si autoassolvono dalla responsabilità politica e gestionale» e indicano nei medici dipendenti «il capro espiatorio ideale, e nella loro attività libero professionale intramoenia la causa da rimuovere nel caso, non improbabile, che non si rispetti il piano delle illusioni che hanno stilato”. 

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