Pubblichiamo una lettera relativa alla spaccatura dei lavoratori all’interno del Comando della Polizia locale*.
Abbiamo letto con stupore divenuto sconcerto la nota sottoscritta, personalmente, da 27 lavoratori del Comune di Viterbo – Polizia locale.
Alla quale dobbiamo rispondere: non si fa così!
Non è questo il modo in cui si regolano le relazioni sindacali sui luoghi di lavoro (privati e pubblici), non è così che gira il mondo.
Se c’è una cosa che funziona nel pubblico impiego (ed è universalmente riconosciuto da tutti gli attori) è il sistema di rappresentatività sui luoghi di lavoro; fondato su iscrizioni alle organizzazioni sindacali trasparenti e certificate e sui risultati delle scelte dei lavoratori nelle elezioni Rsu (art. 43 D. Lgs. 165/2001).
Per questi criteri di rappresentatività, la Uil Fpl è di gran lunga il sindacato più rappresentativo non soltanto nel Comune di Viterbo (ove ha conseguito più della metà dei voti utili), ma anche nella polizia locale di Viterbo, dove ha conseguito 30 voti su 63 lavoratori).
Perché i lavoratori della polizia locale sono 63, e non 52!
Queste sono le regole.
Quello che non si può fare, e infatti non si fa mai, è pretendere di ricondurre la rappresentatività a testi (lettere) estemporanee, tra l’altro anche abbastanza patetiche, che si chiede di sottoscrivere a lavoratori individualmente; soprattutto quando sono lettere scritte per raccontare quanto sia bravo il datore di lavoro.
La rappresentanza sindacale esiste per ragioni esattamente opposte a roba come questa.
Oltre tutto, quella non è neppure una lettera che sorge dalla spontanea iniziativa dei lavoratori; quel testo è l’atto di una organizzazione sindacale ben precisa, della quale non facciamo il nome, ma direttamente il cognome: Dicap Sulpm.
Nel comando non è certo difficile ricondurre le identità dei firmatari con coloro i quali sono (del tutto legittimamente, sia chiaro) iscritti o simpatizzanti a Dicap Sulpm.
Che è una organizzazione con buona rappresentatività nel Comando, ma per certo, almeno fino a ora, inferiore a quella di Uil Fpl; con la differenza che Uil Fpl i propri atti di politica sindacale li scrive e li sottoscrive in modo chiaro e trasparente (con il nome e il volto, oltre tutto, dei propri dirigenti accanto alla sigla).
Poi, altro elemento di sconcerto, è la subordinazione degli interessi dei lavoratori a dinamiche perfino scopertamente politiche.
È obiettivamente certo che Uil Fpl nel Comune di Viterbo ha difeso gli interessi dei lavoratori trovandosi parte di controversie, anche aspre, con tutte le amministrazioni precedenti (compresa l’ultima); e praticamente con quasi tutti i comandanti che si sono avvicendati, compresi alcuni pure iscritti essi stessi alla Uil Fpl.
Le nostre vertenze potranno esser state giuste o sbagliate; si potranno condividere o meno.
La decisione dei lavoratori alle elezioni delle Rsu, e al rinnovo delle iscrizioni al sindacato sono l’elemento che decide.
Di sicuro, anche in questo caso, non appare tollerabile l’evidente interferenza con la politica recata dalla circostanza che la Rsu di Dicap Sulpm (Maurizio Scardozzi) presso la polizia locale è il figlio di un consigliere comunale della stessa forza politica che esprime l’assessore competente – peraltro delegato alla Protezione civile presso il Comando di polizia locale.
Ovviamente, è perfettamente legittimo che ciascuno lavori presso la polizia locale, sia iscritto a un sindacato, sia eletto Rsu; così come sia iscritto a un partito politico, sia eletto per esso consigliere comunale, sia da esso delegato alla Protezione civile; ma è chiaro che a leggere quello che abbiamo dovuto leggere, poi, nel caso specifico, lo stridore assordante non si può dissimulare!
E meno che mai si può tollerare allusioni a interessi personali dirette a chi, del tutto pacificamente, di interessi personali non ha neppure l’ombra.
Per dire che Uil Fpl è l’ultima che può tollerare lezioni di etica sindacale; e Dicap Sulpm è l’ultima che può darne.
Nel merito della vicenda, intanto, è stupefacente esser costretti a ricordare che non può esser certo un gruppo di persone – benché lavoratori – che diffidano una organizzazione sindacale dal fare o dire ciò che ritiene opportuno.
Non è neppure una questione di entità della rappresentanza; la Uil Fpl è maggioranza assoluta nel Comune, e ampiamente relativa al Comando, ma se pure rappresentasse anche solo una piccola porzione dei lavoratori, non per questo avrebbe meno diritti e libertà sindacali (assicurati dalla Costituzione), specie di parola e di espressione.
Poi, se il nucleo della polemica è determinare se il comando di polizia locale viva una situazione di criticità, anche seria, o meno, non c’è proprio neppure di che cominciare a discutere…
La polizia locale è in una situazione di criticità grave da molto tempo.
Proprio perché noi facciamo sindacato e non politica, affermiamo che è una criticità che risale a numerose altre amministrazioni precedenti; ma se altri vogliono fare sindacato e non politica non possono raccontare che queste criticità ora, magicamente, non ci siano più.
Fin da questa estate la Uil Fpl era tornata sulla macroscopica carenza di risorse (soprattutto umane), dispositivi e organizzazione, di cui esempio lampante era l’adibizione di personale operante agli uffici, o lo spostamento di personale che faceva perdere competenze risalenti nei settori.
Condizione per certo aggravata da una costante tendenza allo sconfinamento della parte politica, che ha funzioni di indirizzo, ma nessuna legittimazione a ingerirsi in attività di gestione, riservata ai dirigenti dal Testo Unico Enti Locali (D. Lgs. 267/2000).
Per finire sulla questione della rilevazione H24 dei sinistri (che non vogliamo sottrarci dal discutere).
Si tratta di un servizio da erogare alla comunità, che è stato programmato in concerto con altre amministrazioni; e la Uil Fpl non è affatto per diminuire o ridurre i servizi o le prestazioni; basti pensare, per esempio, alle nostre battaglie per la qualità dei Lea in sanità.
Ma, esattamente come nella sanità, la qualità dei servizi non si può sempre attingere (o almeno conservare) senza incremento di risorse, specie quando le risorse umane stesse sotto largamente inferiori alle piante organiche del personale.
*Lamberto Mecorio,
segretario Generale Uil Fpl
*Lucio Corbucci,
segretario responsabile Autonomie locali Uil Fpl Viterbo