Il daspo urbano come strumento di propaganda politica si sta trasformando in un vero e proprio boomerang per l’assessora alla sicurezza Claudia Nunzi e in un’altra grana per il Comune che ora rischia di dover affrontare svariati ricorsi. Un anziano di 82 anni a cui era stata applicata una multa di mille euro, oltre all’allontanamento, per aver dato informazioni al parcheggio delle Fortezze in cambio di alcune monete, ha ottenuto infatti la sospensione del provvedimento da parte del giudice di pace.
Per chi ha poca memoria, la polemica sul daspo urbano a Viterbo era scoppiata a inizio settembre con l’allontanamento di una donna trovata in stato di ubriachezza in via Cairoli, notizia annunciata urbi et orbi dall’assessora come la cattura del più pericoloso dei latitanti. Pochi mesi dopo, a novembre, si è venuti a conoscenza poi, attraverso un quotidiano locale online, di un altro caso altrettanto eclatante, quello di un pensionato ultraottantenne, vedovo e non in ottime condizioni di salute, multato di mille euro perché avrebbe accettato delle monete, pochi spiccioli, da alcuni passanti in cambio di alcune indicazioni al parcheggio delle Fortezze.
Se ne è tornato a parlare in questi giorni perché l’avvocato dell’anziano che aveva presentato ricorso al giudice di pace, è riuscito ad ottenere la sospensione del provvedimento. “È da escludere da parte del mio assistito qualsiasi atteggiamento estorsivo o richiesta tassativa di denaro”, aveva detto l’avvocato. Ciò non significa ancora che alla fine la multa sarà cancellata, se ne riparlerà nel merito in un’altra udienza, ma intanto è un primo punto a favore del vecchietto nella battaglia contro il Comune.
Questo potrebbe essere solo il primo di tanti ricorsi che il Comune rischia di dover affrontare nei prossimi mesi. Sull’applicazione del daspo urbano secondo molti non c’è ancora molta chiarezza nonostante l’argomento sia stato trattato nel corso di una commissione ad hoc. E la confusione potrebbe aumentare, se, come l’assessore Nunzi ha già annunciato, il Comune adotterà nei propri regolamenti le norme del decreto sicurezza contro l’accattonaggio molesto. A quel punto chi potrà stabilire oltre quale soglia, del tutto soggettiva, la richiesta di alcune monete da parte di persone bisognose rappresenta o no una molestia?