
Venti di guerra all’interno del gruppo della Lega in Comune. Due consiglieri, Antonio Scardozzi e Lodovica Salcini, e un assessore, Claudia Nunzia, contestano, in aperta polemica con il resto dei colleghi e con il senatore Umberto Fusco, la linea seguita dal partito. Vanno a Roma dal coordinatore regionale per denunciare le cose che a loro modo di dire non vanno e prendono di mira il vice sindaco Contardo l’assessore Ubertini, quest’ultimo perché coinvolto come parte lesa nell’inchiesta sulla mafia. Alla fine però sono costretti a tornarsene a casa con le pive nel sacco e anzi, quando vengono messi a confronto con Fusco, si rimangiano, stando alle indiscrezioni, le cattiverie dette in sua assenza. Risultato: nuovo capogruppo in Comune, Andrea Micci, la cui nomina è stata ufficializzata nei giorni scorsi, e clima di lunghi coltelli in maggioranza.
Al di là della cronaca dei fatti, che lascia il tempo che trova, non si può non notare il singolare atteggiamento della Nunzi, una perfetta sconosciuta fatta eleggere (e poi nominata assessore) proprio da Fusco. Dall’alto della sua “grande esperienza”, la titolare della delega della polizia municipale – delega anche questa datale dal senatore – si mette a capo della congiura insieme a Scardozzi. Ad accomunare i due è forse il settore della polizia municipale, se è vero che uno dei vigili più attivi al Comando in questo preciso momento storico della città dei papi è proprio il figlio del consigliere verde. Al di là dei motivi delle divergenze, c’è dunque un problema di atteggiamento mentale da parte della Nunzi, che, zitta zitta, si muove contro chi la messa dove sta.
In otto mesi di governo, la Nunzi non è riuscita a risolvere nessuno dei problemi del termalismo (altra delega concordata per lei con Arena da Umberto Fusco), tanto che anche il prefetto ha richiamato il Comune sulla necessità di intervenire per quanto riguarda le cosiddette pozze libere. Eppure, nonostante ciò, la Nunzi trova il tempo di partecipare alle congiure interne.