
Per dire no alla mafia hanno sfilato tutti. Partita subito dopo gli arresti di tre settimane fa per iniziativa dei sindacati, la manifestazione, strada facendo, ha ricevuto il sostegno di tutte le istituzioni e di tutte le realtà associative della città. In Consiglio comunale a pretendere una presa di posizione netta contro gli eventi che hanno mandato Viterbo sulle prime pagine dei giornali nazionali è stato sin dall’inizio il Partito democratico, che, tramite il capogruppo Luisa Ciambella, ha preteso la mobilitazione di tutte le forze politiche rappresentate nella Sala d’Ercole. Ciò pur in un clima iniziale di freddezza da parte dell’Amministrazione (basti pensare alle dichiarazioni a caldo del sindaco Arena, secondo il quale i tredici arrestati non sarebbero stati dei mafiosi, ma dei delinquenti di provincia). E comunque alla fine lo stesso Arena, quando ha annunciato in Consiglio che il Comune è pronto a costituirsi parte civile contro i mafiosi finiti in carcere, ha corretto il tiro al punto da mettersi alla guida della fiaccolata a cui hanno partecipato centinaia di persone.
Una fiaccolata dunque che si è rivelata alla fine senza colori. Non a caso non si è notata neanche una bandiera, ad accezione di uno striscione con la scritta “Rete scuole per la legalità: Giovanni Falcone”.
A sfilare da piazza della Rocca a piazza del Comune c’erano tra gli altri, oltre ai rappresentanti dell’opposizione al gran completo, la maggioranza, il prefetto Bruno, il presidente della provincia Pietro Nocchi, la presidente di Unindustria Stefania Palamides e le associazioni di categoria. All’arrivo in piazza del Comune dalle finestre di Palazzo dei Priori campeggiava un cartello di Cgil, Cisl e Uil: ”No alle mafie: se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto”.