La commissione di garanzia regionale ha accolto la richiesta di riduzione temporale della sospensione dal Partito democratico del consigliere regionale Enrico Panunzi e dell’ex onorevole Alessandro Mazzoli a seguito dei comportamenti tenuti nelle ultime elezioni comunali. La sospensione scadrà il 28 febbraio. La richiesta di riduzione è stata accolta all’unanimità.
In questo modo si chiude la narrazione, fatta in terra di Tuscia, di una sentenza (quella della sospensione, che infatti, sebbene ridotta, è stata confermata) presa dalla precedente commissione di garanzia in modo arrogante e di parte. La richiesta di riduzione della sospensione da parte degli interessati e la decisione della commissione di farla terminare il 28 febbraio dimostra infatti che non ci furono né arroganza né persecuzione. Semmai ci fu la necessità, statutariamente prevista, di sanzionare il comportamento messo in essere da Panunzi e Mazzoli alle ultime elezioni comunali a Viterbo contro le liste e il candidato sindaco del Partito democratico.
Il voto unanime ha voluto contribuire da parte di tutti, compreso chi fu vittima di questi comportamenti, ad aprire una pagina nuova e di reciproco rispetto. Bene la riduzione al 28, si commenta negli ambienti moderati, perché nessuno di noi vuole in un momento così difficile per i Pd tenere fuori qualcuno. Ma era necessario evidentemente affermare un principio che finalmente, contro ogni narrazione e interpretazione, dimostra che ci fu chi, nel Pd di Viterbo, subì un danno da quei comportamenti e che era giusto evitare ogni confusione tra le vittime e chi scientemente scelse altro. Questo gesto speriamo che concorra a rendere il clima nel Pd vivibile e che il rispetto reciproco torni ad essere di casa sapendo che nel partito ci sono una maggioranza e una minoranza e che la minoranza non può essere mai considerata un nemico da sconfiggere e un posizione da cancellare. I nemici sono fuori dal Pd.