Il 7 febbraio l’associazione inquilini e abitanti Asia Usb manifesta alla Regione Lazio contro i rincari dei canoni di affitto delle case popolari e per una sanatoria per tutti coloro che sono stati costretti ad occupare.
“Nel corso degli anni l’edilizia popolare è stata completamente cancellata in favore della rendita e della speculazione immobiliare. Nella Tuscia, è stato permesso ai costruttori di realizzare migliaia di case private, abbattendo aree verdi e boschive, senza tenere in considerazione le reali esigenze del territorio e dei suoi abitanti”, si legge in una nota.
A questo si aggiungono “le condizioni precarie dei lavoratori, costretti a sottostare a lavori in nero con paghe orarie di tre euro, rendono sempre più difficile sostenere le spese di un affitto o di un mutuo”.
Secondo i dati Istat, a livello nazionale, sono oltre 3 milioni coloro che non riescono a far fronte alle spese per la casa perché hanno perso il lavoro, perché il lavoro non riescono a trovarlo o perché svolgono anche più di un lavoro, ma rimangono sotto la soglia di povertà.
“C’è bisogno di case popolari non di appartamenti vuoti perché troppo cari – continua il comunicato di Asia Usb -. La mancanza di alloggi di edilizia pubblica e il mancato scorrimento delle graduatorie di assegnazione ha costretto, in questi anni, migliaia di famiglie ad occupare per necessità”.
Il 7 febbraio Asia Usb insieme agli inquilini presidierà la Regione Lazio chiedendo la riattivazione del piano decennale di finanziamento pubblico di 1 miliardo.
“E’ necessario un piano di regolarizzazione per tutti gli inquilini occupanti che hanno i requisiti per ottenere la casa popolare. Il patrimonio di edilizia popolare non deve più essere gestito in modo affaristico e speculativo. Asia Usb rifiuta qualsiasi tentativo di aumento dei canoni di locazione”, conclude la nota.
L’appuntamento è, come detto, per il 7 febbraio, ore 15. Punto di partenza del corteo via G. Pullino (metro Garbatella).