Dieci anni tra indagini e processi. L’intera macchina della giustizia viterbese lanciata a duecento all’ora in una dispendiosa corsa per arrivare a dimostrare che alla Asl, durante la gestione Aloisio, ne succedevano di tutti i colori. Migliaia e migliaia di pagine di inchiesta, migliaia di intercettazioni, pedinamenti e interrogatori. E poi le richieste di arresto e la gogna mediatica. Una macchina del fango, quest’ultima, che si è mossa parallela alle indagini dei Carabinieri con l’obiettivo di stritolare la politica. O meglio: una parte di essa, Fioroni. Considerato il “protettore” di Aloisio.
Tutto questo castello si è però sbriciolato man mano. Strada facendo i pilastri sono venuti giù come fossero di calcestruzzo e non di cemento armato. Le accuse, dalla corruzione alla concussione, non hanno trovato alcun riscontro. Il teorema perfetto si è scontrato con la realtà dei fatti: nessuna prova e solo un mare di congetture. Roba costruita, sembra di capire, sulla base di una preconcetta rappresentazione di eventi che non esistevano, ma che per i più svariati motivi a molti sarebbe piaciuto che fossero esistiti davvero.
Aloisio, dopo che man mano sono usciti di scena altri imputati (tra cui il professor Paoloni), è stato assolto ieri. Alla Asl, durante il suo periodo, non ci furono né corrotti, né corruttori.
Tanto rumore per nulla, si potrebbe commentare. Ma non sarebbe giusto finirla così. L’inchiesta Asl, definita a suo tempo la madre di tutte le inchieste, è stata infatti il frutto di un accanimento giudiziario e mediatico senza precedenti a cui hanno contribuito i veleni provenienti da tante zone d’ombra della città. Ci sono voluti anni – perché purtroppo questi sono i tempi dei processi – per dimostrare quanto micidiale sia stato all’epoca il combinato di certe inchieste giornalistiche, sicuramente non disinteressate, e l’attività di taluni investigatori. Politicamente, al di là delle intenzione della Procura, si è cercato, tramite la Asl, di colpire Fioroni. Si è tentato di combattere da parte di alcuni una battaglia, potremmo dire, con armi non convenzionali.
Tanti rivoli hanno alimentato un fiume, che è andato in piena, trasbordando dal suo alveo naturale. Ognuno ci ha messo del suo, ma si trattava solo di una realtà immaginata e non di una realtà fattuale.