“I politici che provocano conflitti dovrebbero essere esclusi dalla vita politica, perché causano tragedie. Non possiamo arrenderci a loro”.
Sono le parole di Lech Walesa, premio Nobel per la pace, leader della rivoluzione pacifica polacca che avviò la caduta del Muro di Berlino, all’indomani dell’omicidio del sindaco di Danzica Pawel Adamowicz ad opera di uno squilibrato armato di coltello. Un gesto che da molti commentatori è stato inquadrato, direttamente o indirettamente, nel clima ostile che si era creato intorno ad Adamowicz per le sue posizioni progressiste e anti xenofobe.
“Dovremmo escludere dalla politica leader che provocano conflitti perché così spingono verso le tragedie”, dice Walesa in una intervista a La Repubblica.
Un appello, questo, che dovrebbe essere accolto anche in Italia dove sempre più, purtroppo, il dibattito pubblico è contaminato da odio e rabbia.