“Attraversiamo un momento difficile nella vita sociale e democratica del nostro Paese. Ed è soprattutto nelle fasi più critiche che dobbiamo attingere alle fonti della nostra comunità civile, sociale e politica. Il Partito popolare di don Sturzo è senza dubbio tra queste. Emoziona e fa impressione a 100 anni dalla pubblicazione del manifesto con cui si avviò quella straordinaria avventura – il 18 gennaio del 1918 – rileggere un appello rivolto ‘a tutti gli uomini liberi e forti’ che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria”.
Non ci crederete, ma a pronunciare queste parole “così belle”, è stato, ieri mattina in un intervento su Huffinghton Post, Nicola Zingaretti. Sì, il presidente della Regione, che finora aveva al contrario sempre parlato di superamento delle vecchie categorie della politica, salvo quelle del vecchio Pds, verso le quali è stato sempre molto attento. Evidentemente, l’avvicinarsi dell’appuntamento delle primarie deve averlo però ricondotto a più miti consigli ed eccolo allora mettersi a rispolverare don Sturzo, probabilmente con l’intento di portarsi a causa i voti di questa area.
Ma finora – è la domanda – dove stava Zingaretti. Perché ha sempre lasciato i popolari fuori dalla porta? E’ credibile, secondo voi, uno che si comporta così? E possono accettare, i popolari, di fare la stampella di un segretario dei futuro Pds?