Il Comitato provinciale dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia), attraverso il suo presidente, l’avvocato Enrico Mezzetti, invita tutti i sindaci della provincia di Viterbo a sostenere e condividere “le decisioni del sindaco di Palermo Leoluca Orlando e di tutti i sindaci che in questi giorni hanno preso posizione per denunciare e contrastare le illecite, illegittime, immorali, persecutorie, razziste e incostituzionali norme contenute nel cosiddetto decreto sicurezza”.
“In particolare – si legge in una nota – l’articolo 13 di questa legge nega alle persone già presenti in Italia e richiedenti asilo, pur se in possesso del permesso di soggiorno, la possibilità di iscriversi nell’anagrafe comunale. Il mancato ottenimento del certificato di residenza comporta di conseguenza l’impossibilità di accedere a ogni servizio, a cominciare dall’assistenza sanitaria, che viene di fatto negata generando possibili e gravi danni alla persona e di conseguenza anche all’intera comunità. Migliaia e migliaia di persone, già presenti legalmente in Italia, verranno di fatto cancellate nei loro diritti e doveri e, senza alcuna tutela e forma di riconoscimento, una volta discriminate diventeranno invisibili prede di sfruttatori delinquenti e trafficanti di esseri umani; tutto ciò provocherà maggior insicurezza e allarme sociale. È evidente come i provvedimenti dell’attuale governo in materia di immigrazione stiano negando fondamentali diritti della nostra Costituzione. In particolare l’articolo 2, che recita: ‘La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…’; l’articolo 32: ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti’; l’articolo 10, che afferma: ‘… Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica…’. I provvedimenti dell’attuale governo – conclude la nota – rendono inoltre carta straccia la Dichiarazione universale dei diritti umani. E’ necessaria una risposta di opposizione civile da parte di tutti, a cominciare dai sindaci che sono i rappresentanti delle comunità, a questa barbarie giuridica che, se non fermata, farà tornare in Italia condizioni di persecuzione e discriminazione già tristemente vissute nel periodo della dittatura fascista”.