E niente, gli anni passano, ma le abitudini restano. Guai a criticare le creature di Filippo Rossi, che subito piovono insulti. Da quando, nel 2015, mandò a “quel paese” (nel senso meno letterale del termine) i viterbesi, al 2019, quando, sempre i “viterbesi, meritano una città morta”, di acqua ne è passata sotto i ponti. Eppure l’astio rimane.
Poi, non si sa come, che sia Caffeina Festival, che sia Teatro Caffeina, o Caffeina Christmas Village… sempre a Viterbo siamo. Ancora una volta, chiusa l’edizione del momento, Filippo Rossi torna sugli stessi argomenti. Che poi hanno sempre lo stesso scopo, battere cassa fin d’ora per arrivare al dicembre prossimo. Ma va bene così, è giusto che la cultura, o pseudo tale, venga sostenuta da tutta la città. Ma è anche giusto potersi esprimere in un giudizio. Viterbo nel periodo Natalizio era piena di gente, poi però ci stava pure una gran puzza di pecora da voltastomaco. Bello il quartiere medievale illuminato, emanava un vero spirito natalizio, però è anche vero che sembrava una Gardaland natalizia. Ma qual è, Rossi, il problema? Come tutte le manifestazioni ci sarà qualcosa che piace e qualcosa no. Però se non si dà un giudizio positivo, arrivano le minacce di andarsene e parte l’insulto gratuito.
Finora la storia di Caffeina ha insegnato che ad ogni piagnisteo segue un’altra Caffeina.
Invece, viterbesi, voi non avete ancora imparato che quando si parla di Caffeina si deve sempre essere tutti concordi: Filippo Rossi ha salvato questa città dall’ignoranza. Lasciateglio credere.