Solo tre sportelli aperti su otto, con circa 230 persone in fila. Pazienti arrivati alle 8.30 che hanno potuto effettuare l’accettazione per la propria visita medica solo alle 12. Mentre quelli che hanno fatto ingresso alle 9.30 hanno dovuto aspettare quasi fino alle 14. In una parola, il delirio.
Sono le scene che, secondo testimonianze, si sono registrate venerdì 4 gennaio al Cup dell’ospedale Sant’Andrea di Roma. Ed è esattamente quello che i lavoratori del Cup di Viterbo temono possa ripetersi anche nella Tuscia a causa del nuovo appalto di servizio, che prevede stipendi da fame e una organizzazione dei turni di lavoro che, a quanto pare, fa acqua da tutte le parti. E’ vero, Viterbo non è Roma, ma in proporzione i disagi sarebbero gli stessi.
La cattiva organizzazione degli orari di lavoro è un problema di cui gli operatori si lamentano da quando è partita la nuova gestione. Ma evidentemente nessuno è intervenuto per risolverlo.
Il sindacato è stato già allertato su quanto sta avvenendo. Ai lavoratori risultata addirittura impossibile mettersi in contatto con i responsabili della società che dovrebbero gestire situazioni come quella del 4 gennaio: ai numeri di telefono forniti non risponderebbe mai nessuno.
Come è possibile che la Regione non intervenga davanti a tutto ciò? Dove sono i diritti dei lavoratori? Dove sono i diritti dei pazienti?