In questi mesi lo abbiamo visto sedersi a più tavoli e sui temi più disparati: dai trasporti alle infrastrutture, dalla sanità alle imprese. Anche se sospeso dal suo partito, lui c’era sempre. Ma non abbiamo mai visto Enrico Panunzi seduto al tavolo per risolvere la situazione drammatica in cui si trovano i lavoratori di Cup, Recup e centralino di Belcolle. Lavoratori – ricordiamo brevemente per chi non ha seguito la vicenda – che a causa del nuovo appalto subiranno una forte riduzione del proprio, già in partenza piuttosto basso, stipendio.
Dietro le quinte forse Panunzi si starà pure muovendo per tutelare i diritti di queste persone, ma, almeno a quanto risulta sfogliando i giornali, non si è mai pronunciato pubblicamente. E dire che la questione vede coinvolta direttamente la Regione.
Su questo fronte, Panunzi è stato scavalcato a sinistra anche dal Comune di Viterbo, a trazione leghista, dopo che, grazie a un odg presentato da Luisa Ciambella (Pd) e Giulio Marini (FI), il consiglio comunale ha dato l’incarico al sindaco Arena di seguire in prima persona la vicenda di questi lavoratori per cercare di trovare una soluzione.
Nelle settimane scorse, in occasione della festa organizzata a Viterbo per festeggiare l’elezione di Astorre a segretario regionale del partito, Zingaretti disse che il Pd doveva smettere di avere la puzza sotto il naso, e che bisognava tornare a parlare dei problemi della gente. Pensava, Zingaretti, di mandare una frecciata a Matteo Renzi. Non si era accorto, il presidente della Regione, che il suo interlocutore forse stava proprio lì, di fianco a lui.