La politica ambientale della Regione Lazio come la tela di Penelope, tessuta finanziando progetti in rete tra i piccoli comuni e disfatta siglando accordi con le multinazionali.
Nei giorni scorsi è andata in onda da Gallese una puntata di Buongiorno Regione per parlare dei piccoli comuni del Lazio e della legge che può risollevarli. In collegamento anche l’assessore regionale agli Enti locali Alessandra Troncarelli. “L’assessorato – ha detto la Troncarelli – sta mettendo in campo molte risorse finanziare, valorizzare i piccoli comuni è importante. Sono stati stanziati più di 700mila euro per l’associazionismo comunale. L’obiettivo principale è quello della gestione associata di tutti i servizi comunali, per esempio il biodistretto che si focalizza su determinate tematiche per la tutela dell’ambiente e per il quale serve necessariamente un connubio di tutti i sindaci”.
Soldi quindi ai Comuni per progetti in rete sull’ambiente. Gli argomenti su cui concentrarsi non mancano in questa parte della provincia: la tutela delle risorse idriche, la lotta ai pesticidi, lo sviluppo dell’agricoltura sostenibile.
Non si capisce però come tutto ciò sia conciliabile con altri impegni che la Regione ha assunto in questi anni e che vanno nella direzione esattamente opposta rispetto a quanto enunciato dalla Troncarelli. Per dirne uno, l’accordo che permette di aumentare ulteriormente le superfici coltivate a nocciole, con il rischio di moltiplicare così i disagi che la popolazione da tempo lamenta per l’espandersi senza controllo della monocoltura.
Insomma, la Troncarelli ci dica: in quanto alle politiche ambientali, la Regione sta con i Comuni o con le multinazionali?