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Home » Italia » “Dipendenti comunali, stipendi a rischio”

“Dipendenti comunali, stipendi a rischio”

28 Dicembre 2018
Eleonora Mattia

“Molti Comuni rischiano conseguenze finanziarie serie, fino al dissesto, se non si pone subito rimedio alla scelta del governo di inserire nella manovra finanziaria un provvedimento che riduce l’anticipazione di tesoreria per i comuni dai cinque dodicesimi del 2018 ai quattro dodicesimi per il 2019”.


Lo dichiara la presidente della IX Commissione regionale del Lazio, Eleonora Mattia (Pd), raccogliendo il grido di allarme di numerosi sindaci preoccupati di quanto potrà accadere il 2 gennaio se non si dovesse porre subito un rimedio a quanto stabilito in finanziaria.
“E’ vero – spiega la Mattia – che l’art. 222 del Tuel fissa il limite dell’anticipazione a 3 dodicesimi ma, ormai da quattro anni, la legge di stabilità consente ai comuni di estenderlo fino a 5 dodicesimi, per avere maggiore flessibilità di gestione delle spese ordinarie e per poter pagare i debiti, certi, liquidi ed esigibili, accertati al 31 dicembre.  Dopo un lungo tira e molla, l’attuale Governo ha invece deciso di limitare l’anticipazione ai 4 dodicesimi, con la conseguenza che tantissimi comuni italiani si troveranno, dal 2 gennaio 2019, a rientrare immediatamente rispetto all’esposizione di fine anno: si parla di somme ingenti, anche superiori al milione di euro, di cui i comuni non hanno disponibilità immediata”. 


“Chiedo all’Anci di intervenire – ribadisce la Mattia – a sostegno dei sindaci, per evitare che ci si ritrovi tra qualche giorno a fronteggiare emergenze contabili e finanziarie in molti comuni. Anche qualora si volesse salvaguardare il principio seguito, e mantenere i 4 dodicesimi, si dia quanto meno ai comuni un tempo congruo per adeguarsi e rientrare nei nuovi parametri, senza incorrere in conseguenze gravi, non ultima quella di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti”.


“Il momento storico – conclude la consigliera regionale Pd – ci impone di stare in prima linea al fianco dei sindaci e dei comuni che sono le istituzioni più vicine ai cittadini di cui raccolgono quotidianamente le istanze, per rispondere alle quali occorre disponibilità di spesa corrente. Per quanto mi riguarda, nel bilancio regionale, ho presentato un emendamento, votato dall’aula, che per i comuni fino a 15 mila abitanti elimina l’obbligo di compartecipazione alla spesa eventualmente richiesta da avvisi pubblici regionali, liberando risorse che possono essere investite in altre progettualità, soprattutto in ambito di politiche sociali”.   

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