Pacchi solidali per i viterbesi in difficoltà. E’ l’iniziativa organizzata dai consiglieri della Lega di Viterbo in vista del Natale. Un piccolo gesto che può rappresentare tanto per chi vive una situazione di disagio. Il cui peso, soprattutto durante le feste, si fa più difficile e gravoso da sopportare.
In una nota la Lega motiva questa buona azione con l’intenzione di aderire – “fare proprio” – il “principio di solidarietà cristiana”. Tanto è vero che per la distribuzione dei pacchi sono state coinvolte alcune parrocchie.
Solo che questo principio, ci permettiamo di dire agli amici leghisti, andrebbe applicato sempre. Anche quando si tratta di accogliere i disperati in mare.
Come ieri, per esempio, quando invece il ministro dell’interno Matteo Salvini – il vostro capitano – ha negato l’attracco in Italia alla barca di una ong con a bordo più di 300 persone recuperate a largo della Libia, tra cui anche un neonato e la sua mamma poi prelevati con un elicottero e trasportati a Malta.
Questa teoria non la sosteniamo noi. Lo dice proprio la definizione di solidarietà cristiana che si legge nel Catechismo della Chiesa cattolica e a cui voi vi appellate.
“Il principio di solidarietà, designato pure con il nome di ‘amicizia’ o di ‘carità sociale ‘, è un’esigenza diretta della fraternità umana e cristiana”, recita il testo del Catechismo. Che poi fa un elenco preciso dei diversi tipi di solidarietà: quella “dei poveri tra loro, dei ricchi e dei poveri, dei lavoratori tra loro, degli imprenditori e dei dipendenti nell’impresa, solidarietà tra le nazioni e tra i popoli”.
Il catechismo specifica infine che i vari tipi di solidarietà devono essere esercitati tutti e senza distinzione, perché “i problemi socio-economici non possono essere risolti che mediante il concorso di tutte le forme di solidarietà”.
Questo, amici leghisti, non per farvi la morale. Ma solo per ricordarvi che se si fa proprio un principio, allora bisogna applicarlo sempre. Altrimenti si rischia di apparire poco coerenti.