E’ una delle violazioni più ricorrenti durante i trattamenti nei noccioleti della zona dei Cimini. Ed è anche il principale fattore di preoccupazione per i residenti che subiscono inermi queste cattive pratiche.
Stiamo parlando del mancato rispetto delle distanze dai confini, dalle abitazioni e dagli edifici pubblici quando si irrorano pesticidi o altre sostanze chimiche. Un malcostume difficile da debellare, insieme a un’altra abitudine molto diffusa: quella di non esporre i cartelli che avvisano chiunque si avvicini sui trattamenti in corso.
Multe (basse) e regolamenti esistono. Ma mancano i controlli. Anche se, va detto, in alcuni Comuni, grazie ad amministratori illuminati, sono iniziati controlli sempre più mirati e approfonditi.
Problemi, questi, che non riguardano solo i Cimini o i noccioleti, ma anche altre zone della Provincia e d’Italia e tante altre coltivazioni.
Per questo, in una conferenza stampa alla Camera, il gruppo No Pesticidi ha presentato una raccolta di 25mila firme per chiedere che siano fissate distanze di sicurezza chiare ed inderogabili tra campi irrorati di pesticidi e abitazioni e coltivazioni biologiche e che sia stabilito e fatto rispettare l’obbligo di avvisare i residenti prima di ogni trattamento (la petizione è ancora aperta, per firmare CLICCATE QUI).
“La legge al riguardo è carente e inefficace, motivo per cui sempre più cittadini chiedono una riformulazione, chiara e inequivocabile, di un sistema di regole che tuteli e protegga realmente la popolazione rurale e sia in linea con il principio di precauzione”, è stato spiegato nel corso della conferenza stampa.
“Contrariamente a quanto si pensa nell’immaginario collettivo, i più esposti ai pesticidi, non sono gli agricoltori, in quanto obbligati per legge ad indossare i dispositivi di protezione individuale (tute, maschere antigas ecc), ma la popolazione residente, cioè chi vive accanto ai campi coltivati in maniera intensiva, che non ha possibilità di difendersi in quanto è impossibile smettere di respirare. Ecco perché – ha sottolineato Renato Bottiglia del gruppo No Pesticidi e creatore della petizione – diventa fondamentale regolamentare adeguate distanze di sicurezza e obbligo di avviso e soprattutto adeguate sanzioni”.