Si è tanto criticata l’amministrazione Michelini, ma lo spettacolo che sta dando quella Arena è di gran lunga peggiore. Soprattutto, è cominciato subito. A Michelini fu dato almeno il tempo di governare un anno e mezzo in tranquillità. Qui no. Cominciata male a causa delle note vicende per la scelta del candidato a sindaco (Lega e Fratelli d’Italia volevano Alessandro Usai), la consiliatura attuale in sei mesi non ha prodotto nulla di più che non sia la gestione dell’ordinaria amministrazione, affidando a interventi spot l’immagine da trasmettere ai viterbesi.
Fatto sta che ieri, a certificare l’apertura di una crisi vera e propria dopo mesi di guerriglia più o meno tenuta sotto controllo, è stata la decisione di Fratelli d’Italia di far saltare il Consiglio comunale. Sono volate parole grosse nei corridoi di Palazzo dei Priori, il sindaco ha urlato all’indirizzo di Luigi Maria Buzzi, qualcuno sostiene di aver sentito addirittura sbattere le porte. Il caos insomma, stavolta generato, a quanto pare, dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa con una cooperativa che si occupa dell’assistenza ai migranti per l’utilizzo di 50 di questi in lavori socialmente utili. Ma in realtà, al di là di ciò, bolle in pentola il malcontento per la ridistribuzione delle deleghe, decisa dal sindaco, si dice, senza coinvolgere tutta la maggioranza. Si parla in definitiva di gestione del potere, delle solite poltrone su cui mettere il sedere al caldo da parte di chi interpreta la politica come perenne ricerca di consenso senza porsi il problema di lavorare davvero per risolvere i problemi della città.
Si è tanto criticato Michelini, dicevamo all’inizio, e a soffiare sul fuoco erano all’epoca gli stessi che oggi stanno in maggioranza. Ma dopo sei mesi dal cambio, la città è la stessa di sempre, in particolare non sono state gettate le basi per alcun intervento di lungo respiro funzionale a vero cambiamento. La seduta saltata di ieri è la riproposizione degli indecenti spettacoli andati in scena con il centrosinistra, solo che allora, come detto, prima di arrivare a tanto passò almeno un anno mezzo.