

E insomma, tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. La “gatta” è Chiara Frontini e il lardo sono i social, strumenti troppo ghiotti per la “micia” di Viterbo 2020, che sul loro utilizzo ha basato finora gran parte della sua fortuna politica. Come sapete, adesso è stata però querelata da Viterbo Ambiente, che si è sentita diffamata per i toni qualche volta sopra le righe utilizzati per commentare la gestione del servizio rifiuti a Viterbo. Ergo, la “micia nera” (dal colore del pelo e cioè dei capelli) rischia di finire in tribunale.
A lei non sono comunque mancate in questi giorni le manifestazioni di stima e solidarietà dei colleghi. E’ il caso di Luisa Ciambella che, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, ha duramente stigmatizzato, andando anche al di là del caso specifico di Viterbo Ambiente, il comportamento di chi, dalla querela facile, cerca di mettere il bavaglio ai consiglieri comunali. “Non è possibile – ha detto la capogruppo del Pd – impedire a chi viene eletto dai cittadini di assolvere al proprio dovere di controllo e di critica. Un consigliere comunale non dovrebbe essere messo sotto attacco”.
La Ciambella ha però sollevato anche un altro problema, che a ben vedere è molto importante: quello rappresentato dall’uso smodato dei social, che taluni politici usano come clava per parlare alla pancia del Paese. Su Facebook in particolare si basa il successo dei movimenti populisti, ma tutto ciò con il tempo rischia di rivelarsi un’arma a doppio taglio. Non solo per le querele, ma anche per le conseguenze che l’alzare i toni sempre più in alto, per acchiappare like e strappare commenti, può determinare, oltre che sull’oggetto delle critiche, anche sugli autori delle medesime. La politica, ridotta ad una corsa a chi le spara più grosse, porta con il tempo – ha fatto notare la Ciambella – a far perdere credibilità a tutti, maggioranza e opposizione. Sarebbe arrivata dunque l’ora di farsi un bell’esame di coscienza e di iniziare ad essere più parsimoniosi sia di collegamenti che di commenti.
Però, conoscendo il livello e la “lungimiranza” della classe politica viterbese, dubitiamo che qualcuno rifletta su tutto ciò.