E così a Viterbo scompare anche il punto Enel, in via Saragat, dove al momento i cittadini si recano ogni qualvolta debbono chiedere chiarimenti su fatture, bollette e contratti. Via, tanto ci sono i call center. Tutto trasferito a Civitavecchia. Continua così il depauperamento della gloriosa città dei papi, che tanto gloriosa non dev’essere per le alte sfere di qualsivoglia servizio pubblico, se è vero che ogni tanto viene qualcuno da Roma, smonta un pezzo e se lo porta via. Nei mesi scorsi è toccato al 118, mandato a Rieti, adesso è la volta dell’Enel, domani chissà.
Del problema si è parlato ieri in Consiglio comunale, dove è stato deciso di varare un tavolo di trattative con la società elettrica al fine di farla tornare sui propri passi. Su iniziativa del capogruppo del Pd Luisa Ciambella, che ha presentato un emendamento ad hoc, approvato da tutti, il tavolo diventerà inoltre permanente, nel senso che si occuperà d’ora in avanti di tutte le criticità che dovessero manifestarsi sul territorio: dalle aziende che chiudono a quelle che depotenziano, da quelle che preferiscono trasferirsi altrove a quelle che sarebbe opportuno ospitare ma che non hanno alcuna intenzione di venire in questa città. A proposito di Enel, sempre su iniziativa della Ciambella, è stato convenuto che il tavolo, oltre che degli uffici che chiudono, dovrà occuparsi anche di intavolare con l’Enel una trattativa sulla centrale di Montalto di Castro. Il suo smantellamento, come a suo tempo la sua costruzione – ha detto l’ex assessore al bilancio – non può essere una questione da discutere solo con il Comune di Montalto di Castro. Nel bene e nel male è tutto il territorio provinciale ad essere interessato da ciò che accade là in Maremma, motivo per cui il primo cittadino è chiamato a darsi da fare per evitare a Viterbo l’ennesima emarginazione anche su questo fronte.