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Home » Politica » “Due ore per andare a Roma in treno, ma si parla ancora di aeroporto”

“Due ore per andare a Roma in treno, ma si parla ancora di aeroporto”

6 Dicembre 2018

Pubblichiamo un intervento di Paola Celletti (Lavoro e beni comuni).

Mentre pendolari e studenti subiscono ogni giorno la drammatica situazione dei trasporti nella Tuscia, in particolare a Viterbo, gli Amministratori di ogni colore politico “giocano” ancora con l’aeroporto.

Dopo i parlamentari Fusco e Rotelli che hanno manifestato interesse sull’argomento, recentemente anche il consigliere regionale del Pd Panunzi ha annunciato l’apertura di un tavolo al Ministero competente.

Non è stato sufficiente neanche che una delle precedenti Amministrazioni di centro destra avesse addirittura retribuito con soldi pubblici un assessore all’aeroporto mai realizzato; oggi, trasversalmente, si continua a perdere tempo su questo argomento senza curarsi di chi, ogni giorno, accusa le gravi carenze dei trasporti e, soprattutto, senza rendersi conto che in questa provincia occorre ricominciare dall’ABC.

Viterbo è l’unica città capoluogo di provincia, con un solo binario, ove il solo collegamento esistente è con la capitale, attraverso un treno metropolitano che per percorrere 80 km impiega due ore, neanche fosse l’ultima periferia dell’impero. Ha collegamenti stradali anacronistici, a voler fare un complimento, ed è tagliata fuori da tutti i circuiti commerciali e turistici.

Una città che potrebbe avere uno sviluppo fiorente proprio per il suo patrimonio artistico e naturale, una città in cui il turismo potrebbe rappresentare una valida fonte di crescita e di occupazione, si trova invece in uno stato di completo isolamento.

L’aeroporto, in un contesto di questo genere, sarebbe l’ennesimo scempio; arrecherebbe un danno incalcolabile al bene più prezioso della città, il suo pregiato bacino termale.

Senza contare i danni ambientali e alla salute provocati dagli aumenti consistenti di ozono, idrocarburi, e metalli pesanti nell’atmosfera e nelle acque che, tra l’altro, come documentato da tutti gli studi scientifici, hanno determinato nelle zone limitrofe agli aeroporti, considerevoli aumenti di malattie respiratorie e oncologiche.

Invece di perdere tempo con le cattedrali nel deserto occorre immediatamente dare attuazione al progetto del secondo binario per rispondere alle esigenze di pendolari e studenti; ristabilire un modo di viaggiare decoroso sui treni; portare a compimento la Orte Civitavecchia che , attraverso il circuito delle navi da crociera potrebbe essere una svolta per lo sviluppo turistico di Viterbo, fare manutenzione alle strade cominciando dalla Cassia.

Cose facili e concrete, che renderebbero molto più facile la vita dei cittadini e farebbero uscire Viterbo dall’isolamento in cui è relegata.

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